Gaffe del Pd: un anno con l’apostrofo. È la scuola “che cambia verso”

18 Feb 2015 11:43 - di Gloria Sabatini

Un’anno con l’apostrofo. Colpa del tipografo ignorante e filoberlusconiano? Della correzione ortografica che rema contro la sinistra? Tant’è. Il gruppo al Senato del Pd insieme con il Dipartimento Istruzione del Nazareno, orgogliosi della scuola “che cambia” grazie al tocco magico di Renzi, hanno promosso  una manifestazione per il prossimo 22 febbraio. Peccato che sul manifesto che promuove l’evento, rilanciato sull’account Twitter, in alto a sinistra si legga testualmente “2014-2015 un’anno di governo”, seguono le indicazioni tecniche per partecipare e lo slogan a tutto campo “La Scuola che cambia, cambia l’Italia” con corredo di icone colorate di cartelle, zaini, telefonini, pianeti e clessidre che svolazzano.

Il refuso da matita blu

Il refuso è clamoroso, tanto più se  firmato dal sedicente Dipartimento Istruzione del Partito democratico, talmente democratico da passare sopra come un caterpillar alla morfologia e grammatica italiane. La regoletta dell’apostrofo dopo l’articolo indeterminativo (si mette se il sostantivo è femminile, non si mette se è maschile) non è un sofisticato precetto dell’Accademia della Crusca ma un tormentone che accompagna i ragazzi fin dalla prima elementare con tanto di ritornelli e filastrocche da imparare a memoria per non sbagliare.

L’ironia della rete

Che lo facciano gli onorevoli senatori e la task force democratica che si occupa della scuola sembra una barzelletta. In poche ore l’erroraccio da matita blu ha fatto il giro del web tra l’incredulità dei docenti. Ed è stato corretto, ovviamente, ma sempre troppo tardi. Ad accorgersene è stato il giornalista Danilo Chirico (ex redattore dell’Agenzia Dire e collaboratore del manifesto), che ha risposto al tweet così: “Un anno non si scrive proprio così, ma apprezziamo la volontà. Andateci a #labuonascuola”, alludendo al celebre hastag lanciato da Renzi per promuovere le misure del suo governo sull’edilizia scolastica.  Se questa è la buona scuola quella cattiva che fa? Prevede parolacce, insulti e doppi sensi?

 

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