Festival di Sanremo: Carlo Conti sul palco, per far dimenticare Fazio
L’aria è gelida ma la vigilia del Festival ha visto un sole straordinario sorgere su Piazza Colombo, il cuore pulsante di Sanremo, una specie di arena che alla sabbia dei gladiatori sostituisce durante la settimana canora più famosa del mondo un tappeto di microfoni e radio. Quest’anno il Festival dicono avrà un sapore domestico, quasi familiare: forse è una specie di mantra anti crisi che Carlo Conti vuole evocare in qualche modo e far sorgere sul palco dell’Ariston. La sua presenza potrebbe far dimenticare gli ultimi anni di Fazio, con il Festival in caduta libera negli ascolti e nelle vendite.
Carlo Conti alla guida della macchina infernale
Lo hanno definito un direttore d’albergo – più che un presentatore – ma per sottolinearne la estrema tranquillità nel dirigere una macchina infernale. Con lui Arisa ed Emma, e poi la spagnola che ha soffiato Raoul Bova alla moglie, Rocio Munoz Morales, che non ama le ribalte ed i pettegolezzi. Sanremo sta scaldando i motori. Ci sarà la passerella, o red carpet. Davanti all’Ariston hanno già allestito un ampio telo rosso, un po’ plasticato ma soffice soffice, per permettere ai tacchi 12 di pungere meglio il terreno matuziano.
I personaggi che fanno parlare di sé
Tre sono i personaggi che fanno già parlare di sé, e due sono le probabili regine del Festival: Malika Ayane e Nina Zilli. Si spergiura che la canzone Adesso è qui (nostalgico presente) sia la più bella in assoluto della Ayane. I vertici della letteratura discografica hanno già scommesso che si tratterà di un pezzo destinato a svettare. Malika non ha ancora sfondato veramente, a dispetto di una voce che accarezza l’aria come un velluto e di certe note su cui si arrampica come dentro una jungla alla sera.
Questa potrebbe essere la volta buona.
Nina Zilli dice di essere terrorizzata dal palco dell’Ariston che – confessa – non ha rivali nello spaventare i cantanti. Canterà avvolta in Vivienne Westwood – la stilista britannica amante dei colori accesi – e forse la fine del suo amore tormentato e un po’ sdrucito con Neffa, il bravissimo cantautore e collega, si potrà avvertire nella sua voce dalle melodie altissime. Il suo brano parla per lei, Sola, e per tutte le donne che sentono un freddo tremendo salire su dal cuore quando una storia va in cenere e non ti sembra di avere sbagliato niente, nonostante tutto.
Sul palco sale Gianluca Grignani
Il terzo astro del Festival sarà Gianluca Grignani, un ragazzo maudit che è in cerca di una redenzione possibile. Dopo i suoi guai e le sue midadventures con la bottiglia, ha deciso di cantare una canzone per il Papa, Sogni infranti, dedicata a chi deve lottare contro la società del dubbio. Chi non ha dubbi – diceva Voltaire – è un imbecille. Oggi ha quattro figli e quindi – dice lui – si sente responsabile. Ai quattro pargoli ha dato nomi biblici, Ginevra, 10 anni, Giselle, 6, Giosuè Joshua, 5, e Giona Joseph. Ha avuto paura di non essere un buon padre. Facciamo il tifo per lui, nonostante le canzoni per un Papa che sembra sempre di più ispirato da una deriva “autoritaria” tutta virata a sinistra. Chi non si sente un buon papà, merita sempre una chance per l’impegno e per il dubbio. Anche sul palco dell’Ariston.