La crisi Ucraina, ecco perché Putin non può fare dietrofront
Difficili preparativi per il vertice di Minsk che riunirà attorno a un tavolo i leader di Russia, Ucraina, Germania e Francia allo scopo di elaborare un nuovo piano di pace per l’Ucraina orientale. Una vigilia di tensione che ha visto 2000 soldati russi iniziare le esercitazioni militari nel sud-ovest della Russia e altri 600 in Crimea. Movimenti che suonano come una risposta alle minacce di Obama.
Il vero obiettivo di Putin
Ma qual è il vero obiettivo di Putin? Secondo un retroscena di Anna Zafesova su La Stampa il leader russo avrebbe interesse a congelare il conflitto e non a risolverlo. Putin nell’immediato esclude aperture all’Occidente, forte anche dei sondaggi che certificano un’opinione pubblica schierata con la linea dura del Cremlino: “I russi che hanno un’opinione negativa degli Stati Uniti in un anno sono raddoppiati all’81% e quelli che ritengono gli americani nemici sono decuplicati al 42%”. Sette russi su dieci non hanno infine un buon giudizio dell’Ue. E allora, conclude Zafesova, ogni tipo di dietrofront darebbe l’immagine di una resa ingloriosa. Perciò «qualunque sia il cavillo del compromesso deve dare a Putin, e ai russi, l’opportunità di dire che gli occidentali sono stati, se non scofnitti, almeno raggirati. Angela Merkel l’ha capito quando dice di non riuscire a immaginarsi una situazione in cui Putin dicesse ‘Sì, in questo conflitto ho perso’».