Civati si dà al judo per “stendere” Renzi. E seguire le lezioni di Putin

26 Feb 2015 17:49 - di Francesco Signoretta

Ma quale incontro con Renzi, meglio le arti marziali, sono più divertenti. Pippo Civati, l’oppositore numero uno, l’uomo che non segue il Verbo di San Matteo, fa un altro sgarbo. Le riunioni dei gruppi parlamentari del partito sono inutili, tutti col capo chino, tutti a venerare il capo. Meglio tuffarsi nello sport e magari scimmiottare Putin che iniziò ad allenarsi nel sambo (un’arte marziale originaria dell’Unione sovietica) all’età di 14 anni, prima di passare al judo, che continua a praticare tutt’oggi. Si possono avere anche grandi soddisfazioni visto che lo stesso Putin ha vinto le competizioni a San Pietroburgo, incluso il campionato seniores. L’età non conta, la passione sì.

 Pippo Civati si dà al judo, meglio le arti marziali di Renzi

«No, non sarò al Nazareno, per quell’ora ho una lezione di judo», ha detto Pippo Civati, interpellato in Transatlantico, ironizzando sull’appuntamento del premier. Ma sì, parlare di Rai, scuola, ambiente e fisco con Renzi è acqua fresca, tanto poi fa di testa sua. E anche il deputato bersaniano Alfredo D’Attorre annuncia: «No, non vado, ho altri impegni». Il parlamentare, però, sta bene attento a non tagliarsi i ponti alle spallle. La mia, afferma rispondendo ai giornalisti, è una scelta personale.

Assente anche il bersaniano D’Attorre

Quella di Renzi «non mi sembra una formula utile e seria, dovremmo – sostiene D’Attorre – accelerare la riflessione sul partito» poiché c’è «uno stato di sofferenza nell’organizzazione che si va acuendo e rispetto al quale il segretario sembra sostanzialmente disinteressato». Renzi, in sostanza, è ancora sotto accusa nella duplice veste di segretario del partito e di presidente del Consiglio. Intanto gli si chiedono risposte sullo spinoso caso de L’Unità: il resto può attendere. «Sulla vicenda – osserva il parlamentare  – è calata una coltre di nebbia e le notizie che filtrano sia sulla tutela dei livelli occupazionali sia sulla credibilità del progetto editoriale sono piuttosto preoccupanti». I bersaniani chiedono che al «più presto», si apra un confronto nel partito sul tema: senza questo passo propedeutico non si prendono decisioni. Renzi è avvisato: il suo governo rischia facilmente di entrare in zona rischio, soprattutto adesso che non può più contare sul paracadute costituito dal “Patto del Nazareno”.

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