Estate romana, sotto la scure dei tagli finisce anche “All’ombra del Colosseo”

11 Giu 2014 14:37 - di Valeria Gelsi

C’è chi dice per incompetenza, chi per fare piazza pulita di tutte quelle associazioni che non sono nella stretta sfera di influenza della giunta. Certo è, comunque, che il Campidoglio, con il bando per l’assegnazione dei fondi dell’Estate romana, ha cancellato alcune fra le più prestigiose manifestazioni della rassegna.

Appuntamenti storici e molto apprezzati come il festival del jazz a Villa Celimontana, il Fontanonestate, la rassegna teatrale della Quercia del Tasso, l’Invito alla lettura – solo per citarne alcuni – sono stati “bocciati” dalla gara e quindi esclusi anche dalla possibilità di esistere per conto proprio, sul mercato, perché il bando legava in un’unica matassa finanziamenti pubblici e autorizzazioni burocratiche. Ma a finire depennate saranno anche alcune manifestazione che qualche fondo lo hanno preso, ma troppo esiguo per continuare a esistere. Una circostanza che riguarda, per esempio, l’Anec, che organizza le Notti di cinema a piazza Vittorio. «Il Comune ci ha dimezzato il finanziamento, da 90mila a 44mila euro, e anche con il tutto esaurito ogni sera non sarebbe sufficiente a coprire le spese per l’allestimento delle arene, la spesa per il personale e quella per la sorveglianza degli impianti tecnologici di altissima qualità utilizzati per le proiezioni», ha spiegato Massimo Arcangeli, segretario dell’Agis Lazio, a Repubblica, quotidiano che ha dato la notizia, titolando sulla «Disfatta della cultura». Una disfatta tutta targata Ignazio Marino, visto che l’assessorato è nelle sue mani da quando l’ex assessore Flavia Barca si è dimessa a fine maggio, dopo il voto, ma proprio nel delicatissimo momento della chiusura dei bandi culturali di Roma. «Ora capisco perché si è dimessa: si vergognava di questi bandi», commenta con un’ironia amara Federico Mollicone, esponente di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Cultura del Campidoglio durante l’amministrazione Alemanno. «Cancellare manifestazioni come quella della Quercia del Tasso, come Villa Celimontana o come All’Ombra del Colosseo significa dare un colpo al cuore dell’Estate romana, così come era stata immaginata da Nicolini e Borgna», spiega Mollicone. «Il bando era fatto male, con indirizzi ridicoli, con una commissione di esperti tecnici che non ha considerato come esperienza culturale il teatro popolare. Il teatro di Petrolini, Totò, Macario…», sottolinea l’esponente di FdI, facendo riferimento ai motivi per cui, per esempio, All’Ombra del Colosseo è stato escluso dai fondi. «Il teatro popolare per questa giunta non è cultura», rimarca Mollicone. E dire che l’Estate romana, invece, nasce e si sviluppa proprio come una grande esperienza popolare – di popolo e per il popolo – che contagia l’intera città. Il modo in cui è stata penalizzata, dunque, avrà non solo risvolti economici, con l’industria cittadina della cultura (pari a circa il 7% del Pil locale) ferita gravemente, ma anche sociali, con i romani privati di appuntamenti che vanno ben oltre lo svago e che spesso interessano anche le periferie: tra le manifestazioni a cui sono stati decurtati i fondi, per esempio, c’è anche il San Basilio live cinema, che si svolge nell’estrema propaggine est della città. «A risentirne saranno soprattutto i romani che non andranno in vacanza», ricorda Mollicone, che chiederà al capogruppo di FdI in Campidoglio, Fabrizio Ghera, di convocare la commissione cultura del Campidoglio e «se necessario anche la commissione trasparenza». Gli operatori, intanto, promettono battaglia e si annunciano una pioggia di ricorsi al Tar, mentre si tratta col Comune perché ponga rimedio all’errore.

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