Boccassini come da copione: «Nessun dubbio, ci fu prostituzione»

13 Mag 2013 12:22 - di Redazione

È ripreso dopo una lunga pausa dovuta prima a motivi elettorali e poi all’istanza di remissione respinta una settimana fa, il processo sul caso Ruby nel quale Silvio Berlusconi è imputato di concussione e prostituzione minorile. In aula va in scena la requisitoria del procuratore aggiunto Ilda Boccassini che, ai giudici della quarta sezione penale del tribunale, chiederà la condanna dell’ex premier finito alla sbarra per i presunti festini a luci rosse ad Arcore ai quali, per l’accusa, ha partecipato anche Karima El Mahroug, quando era ancora minorenne.

Era attesa la requisitoria della Boccassini e Berlusconi, che certo non si aspettava né indulgenza né comprensione dalla procura di Milano, aveva giocato d’anticipo intervenendo domenica sera su Canale 5 che, in uno speciale, aveva ricostruito l’intera vicenda.”Non c’era nulla di differente rispetto alla normalità, si è favoleggiato e ironizzato con intenti malevoli nei miei confronti”, ha detto l’ex premier.

«Le ragazze invitate ad Arcore – punta invece l’indice Boccassini – facevano parte di un sistema prostitutivo organizzato per il soddisfacimento del piacere sessuale di Silvio Berlusconi». Sul fatto che Karima El Mahroug, la giovane marocchina nota come Ruby, avesse meno di 18 anni, per Boccassini «non c’è dubbio che questo fosse noto» a chi organizzava le feste di Arcore nel periodo di settembre 2009 per l’allora premier Silvio Berlusconi. Per Boccassini, Ruby frequentava Arcore in tutte le «feste comandate» e Berlusconi, compatibilmente con i suoi impegni istituzionali, «approfittava» proprio di quei giorni di riposo per ricevere le ragazze, e Ruby c’era sempre: Pasqua (che quell’anno cadeva il 4 aprile), 25 aprile, e primo maggio.

E allo stesso modo «prima del 14 febbraio non abbiamo dubbi che Ruby si prostituisse», ha riferito Boccassini. Ruby, ha sottolineato, «ha una disponibilità di denaro che in altro modo non potrebbe avere». «Difficile poter credere – ha detto il pm – che una ragazza possa avere mille euro in tasca facendo animazione, che vuole dire far ridere clienti stupidi. Difficile credere che qualcuno le potesse dare mille euro». Ruby, ha continuato la Boccassini, disponeva di contanti «spesso in banconote da 500 euro». La giovane riceveva molti sms da clienti con frasi «imbarazzanti» e in un caso «era stata vista in un locale con un signore di una certa età con una Bentley» e faceva «spese nei negozi del Quadrilatero» a Milano, dove comprava molti vestiti griffati. «Per acquistare una borsa nel quadrilatero della moda a Milano – ha sottolineato ancora Boccassini – si spendono non meno di 1500 euro».

In seguito, Ruby «aveva da Berlusconi direttamente quello che le serviva per vivere in cambio delle serate ad Arcore». Nella sua requisitoria c’è anche un capitolo dedicato a Emilio Fede: «Il 14 febbraio 2010, al di là di ogni ragionevole dubbio, Emilio Fede, portando Ruby ad Arcore, sapeva che quella ragazza era minorenne perché era stato il presidente della giuria del famoso concorso di bellezza, quindi non poteva non sapere».  I protagonisti di quella serata, ha aggiunto, «sono Fede e Mora». «Mora – ha spiegato – aveva un interesse assoluto a favorire Silvio Berlusconi. La sua società era in fallimento, la sua vita attaccata a un filo e aveva bisogno di tanto danaro».

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