Per scuola e cultura l’Italia è quella che spende meno nell’Ue. E scoppia il caso del liceo che tira a sorte gli stipendi

6 Apr 2013 20:20 - di Redazione

L’Italia è il fanalino di coda in Europa per percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura (1,1% a fronte del 2,2% dell’Ue a 27) e al penultimo posto, seguita solo dalla Grecia, per percentuale di spesa in istruzione (l’8,5% a fronte del 10,9% dell’Ue a 27). È quanto emerge da uno studio pubblicato da Eurostat che compara la spesa pubblica nel 2011 tra i vari stati dell’Unione nel quale si sottolinea come il nostro Paese invece si piazzi sopra la media europea per quanto riguarda la percentuale di spesa pubblica destinata alla protezione sociale anche se questa resta sbilanciata sulle pensioni piuttosto che su casa, disabilità e politiche attive per il lavoro. Secondo l’Istituto di statistica europeo nel complesso protezione sociale e sanità concentrano quasi il 55% del totale della spesa pubblica (in Italia 41% per la protezione sociale, 14,7% per la sanità). Se si guarda al Pil la spesa per sanità e protezione sociale in Europa è rimasta stabile al 25% del Pil dal 2002 al 2008 per poi saltare al 27,6% nel 2009 (a causa del calo del reddito).

In Italia la percentuale sul Pil della spesa per sanità e protezione sociale è passata dal 23,9% del 2002 al 29,9% con un aumento di quattro punti percentuali. La percentuale è inferiore alla Francia (32,2%) ma superiore alla Germania (26,6%). Per la sola protezione sociale l’Italia ha speso nel 2011 il 20,5% del Pil (19,6% la media Ue a 27, il 20,2% l’Ue a 17) pari a 5.322 euro per abitante. In Danimarca per la protezione sociale si spende il 25,2% del Pil pari, grazie a un pil pro capite più alto, a 10.892 euro per abitante. In Germania, sempre per la protezione sociale, si spende il 19,6% del Pil, pari a 6.215 euro per abitante. In Francia si spende il 23,9% del Pil con 7.306 euro per abitante. Se invece si guarda solo alla cultura l’Italia con il suo 1,1% di spesa pubblica dedicata a questa voce è superata dalla Grecia (1,2%) e da tutti gli altri Paesi dell’Ue a 27 con la Germania all’1,8%, la Francia al 2,5% e il Regno Unito al 2,1%.

Analizzando la percentuale rispetto al Pil l’Istat, sempre nelle sue tabelle sulla spesa delle amministrazioni pubbliche, sottolinea che la spesa per istruzione in percentuale sul Pil è diminuita passando dal 4,4% del 2010 al 4,2% nel 2011 mentre quella per la cultura si è quasi dimezzata passando dallo 0,8% del 2010 allo 0,5% del 2011. Immediato il commento delle organizzazioni degli studenti che parlano di “ennesima conferma” di quanto denunciato da anni. e di spesa per l’istruzione nel nostro Paese “più che insufficiente”. Brutte notizie sul fronte dell’istruzione, dunque, che si affiancano a quelle provenienti dal liceo Rosmini di Grosseto. L’istituto, non avendo fondi a disposizione per pagare tutti i supplenti, si è vista costretta a tirare a sorte le risorse disponibili. Del caso si è interessata la Regione Toscana, annunciando che avrebbe fatto un prestito al liceo in attesa dei fondi del ministero.

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