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Vittime e carnefici nel gioco perverso di Mario e Pierluigi, i due soldatini al servizio della Merkel

Editoriale - di Francesco Signoretta - 7 Febbraio 2013 - AGGIORNATO 8 Febbraio 2013 alle 18:19

È un gioco perverso dove tutti si sentono vittime e carnefici. Vendola è vittima perché la Merkel non lo vuole; ed è carnefice perché vuole fare fuori Monti da eventuali accordi post-elettorali. Bersani è vittima perché, con i guai che si ritrova, rischia di perdere quella vittoria che aveva in tasca; carnefice perché vuol sacrificare qualche suo compagno di partito (o di viaggio) sull’altare dell’alleanza con il Professore “benedetta” dalla Germania. Monti è vittima perché – a ragion veduta – nessuno lo vuole (lo vedono tutti come un “imposto”) ed è carnefice perché vuole liberarsi degli “imprensentabili” (Nichi in primis) per ottenere un posto al sole. Niente è come prima. Il nodo cruciale è trovare una sistemazione  al Professore, lo scenario è profondamente cambiato, dopo l’intervento invasivo della Merkel e l’assist che lo stesso Bersani ha subito offerto a Monti parlando da Berlino. La Cancelliera lo vedrebbe molto bene come ministro dell’Economia e al leader del “centrino” non dispiacerebbe affatto, visto come vanno i sondaggi non potrebbe sognare di meglio. Ma questo cambierebbe tutto, sconvolgerebbe gli equilibri interni del Pd e produrrebbe un cambio di rotta di 180 gradi rispetto al percorso iniziale che prevedeva, con i democrats al governo, il ministero dell’Economia assegnato a Enrico Letta. I suggerimenti della Merkel  però rimettono in discussione tutto. Letta e i suoi sarebbero già scesi in trincea e Monti, pur di non diventare la pietra dello scandalo, si sarebbe detto disposto a tirarsi indietro. Il suo posto verrebbe conquistato da banchieri vicini al Pd ma nello stesso tempo amici del Professore, in grado di tranquillizzare i mercati e la grande finanza. Si fanno già i nomi: un parterre costituito dalla prima fila della Banca d’Italia. L’annuncio dovrebbe avvenire dopo le elezioni: lo farebbe lo stesso Bersani, presentandola come una sua personale scelta. Invece il copione è già scritto, si tratta solo di farlo digerire all’ala moderata del Pd che resterebbe a bocca asciutta. E soprattutto a Vendola, che finirebbe in tribuna dopo aver portato voti al mulino di Bersani. In realtà basta tornare a qualche settimana fa per capire che il disegno è vecchio: Monti può stare anche fuori, perché  è contemporaneamente dentro, rappresentato da suoi fiducari in grado di tacitare le banche e la grande finanza internazionale. Oltre che di tranquillizzare Angela Merkel. Roba da poteri forti. Tutto cambia affinché nulla cambi.

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7 Febbraio 2013 - AGGIORNATO 8 Febbraio 2013 alle 18:19