Nasce il centro culturale “Gabriella Ferri”

15 Dic 2012 0:02 - di Valerio Pugi

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, inaugura stamani il nuovo centro culturale “Gabriella Ferri”, nato nell’ambito di uno specifico programma europeo destinato alla diffusione e produzione culturale. L’apertura del centro arricchisce il progetto da tempo avviato dal dipartimento Politiche di riqualificazione delle periferie di Roma Capitale per la realizzazione di una rete di centri culturali nelle aree periferiche della città. Altri luoghi analoghi svolgono già con successo le loro molteplici attività, come l’“Elsa Morante” all’Eur Laurentino 38 e l’“Aldo Fabrizi” a San Basilio. La nuova struttura, situata nel Municipio V tra via delle Cave di Pietralata e via Gabriele Galantara, nasce dopo l’intervento di ristrutturazione di un immobile degli anni ’70, fortemente danneggiato e in stato di abbandono, oggi attrezzato e adibito a spazio polifunzionale. Il centro comprende all’interno due spazi a pianta aperta per attività sociali e culturali, in cui sarà possibile allestire mostre e sale lettura e organizzare laboratori per bambini. Sempre in quest’area sono previsti gli ambienti di servizio e un piccolo locale ad uso ufficio. Lo spazio esterno ospiterà le attività collettive all’aperto ed è in parte pavimentato con masselli in calcestruzzo, in parte adibito a zona verde. La struttura è stata realizzata dall’assessorato ai Lavori pubblici e alle Periferie di Roma Capitale. I lavori di consolidamento sono stati effettuati adottando caratteristiche strutturali antisismiche adeguate ad un edificio da destinare ad attività pubbliche socioculturali. Il centro occupa la superficie complessiva di 1.189 mq.
«E’ questo un ulteriore intervento dell’Amministrazione comunale nella periferia – ha dichiarato l’assessore Ghera – è il terzo centro inaugurato in poco tempo, a breve ce ne sarà un quarto a Torre Maura. A differenza del passato, questi centri non sono gestiti da un’associazione in particolare, ma direttamente dalla Zemeta e quindi dal Comune. Ciò significa che qualunque cittadino può usufruirne per presentare un libro o allestire una mostra: basta prenotarsi. In questo modo i centri diventano davvero aperti a tutti».
L’inaugurazione prevede una serata d’eccezione, a partire dalle 16,30, con Villaggio Natalizio, animazioni e laboratori per bambini e una mostra espositiva; alle 17 la festa continua con i saluti istituzionali, un omaggio a Gabriella Ferri e, a seguire, il brindisi natalizio. Alle 21 prima serata del concorso “Tradizione della canzone romana”, spettacolo musicale condotto da Ennio Abbondanza e Roberta Murzilli. Presenti all’inaugurazione, oltre ad Alemanno, l’assessore ai Lavori pubblici e alle Periferie Fabrizio Ghera, l’assessore alle Politiche culturali e Centro storico Dino Gasperini, il presidente del Municipio V, Ivano Caradonna, il figlio di Gabriella Ferri, Seva Borzak, la sorella Maria Teresa, nonché nipoti e parenti della celebre cantante romana.
Gabriella Ferri non è stata mai dimenticata da Roma e la targa dedicata all’artista e installata su volere del sindaco Gianni Alemanno e di Alessandro Cochi ne è un esempio. A Testaccio, nel cuore della Capitale, quartiere dove Gabriella è nata e cresciuta, la targa recita “Qui è nata Gabriella Ferri, grande interprete della canzone italiana” per poi aggiungere una frase tratta da un suo grande successo “Anche tu così presente, così solo nella mia mente, tu che sempre mi amerai”. In occasione del settantesimo anniversario della nascita l’artista venne omaggiata con una serie di eventi, fra cui la rassegna intitolata “Nata da Roma” nella casa circondariale femminile di Rebibbia riservato alle detenute e agli operatori penitenziari. All’appuntamento partecipò anche il delegato allo Sport di Roma Capitale, Alessandro Cochi, che si fece promotore anche dell’installazione della targa. «Questo viaggio emozionale – affermò Cochi nell’occasione – ha il merito di far rivivere una delle voci più belle e famose della canzone popolare romana. Testaccina di nascita e di origine, Gabriella Ferri è stata un’interprete unica nel suo genere, soprattutto per il ruolo di “Mamma Roma”, ereditato dalla Magnani, capace di incarnare perfettamente lo spirito popolare della città eterna, portando l’autentica romanità ben oltre i confini nazionali».
Nata e cresciuta nel rione romano di Testaccio, poi trasferitasi in via Etruria a San Giovanni, Gabriella Ferri smise ben presto di studiare a causa di un incidente. I primi spettacoli si basarono sul repertorio tradizionale della canzone romanesca (come “Barcarolo romano”) e sui canti da osteria (come “La società dei magnaccioni”). Dopo gli anni passati a Milano, tornò a Roma alla fine del 1966 e approdò al Bagaglino di Roma, di cui divenne la cantante ufficiale; qui conobbe Piero Pintucci, che diventò un suo collaboratore musicale abituale, e incise un 45 giri nel 1968 per la Arc, “È scesa ormai la sera” (il lato b di questo singolo, “Ti regalo gli occhi miei”, raggiunse i vertici delle classifiche in Sudamerica). Gabriella Ferri fece qualche sporadica apparizione col suo repertorio della tradizione romanesca al Folkstudio di Roma.
Nel corso degli anni il suo fisico, da magro e sottile che era, si andò via via irrobustendo e questo nuovo aspetto fece parlare di lei come di una “mamma Roma” che teneva testa (in Tv in una trasmissione che divenne culto, più volte trasmessa) a Claudio Villa: stornellando, i due si dissero le cose peggiori e Gabriella ne escì come l’erede di un genere romanesco che non era solo voce, ma anche aspetto. È così che si appropriò delle canzoni, vecchie o nuove non importa, che le dessero la possibilità di costruire dei veri e propri numeri, quasi delle «macchiette», nelle quali però non c’era imitazione dei vecchi artisti napoletani ma il filtro di una personalità esuberante e irrefrenabile: così “Dove sta Zazà?”, che nel dopoguerra era stata il simbolo dell’Italia dissolta (“Dove sta Zazà/Uh Madonna mia”), tornava a essere nella sua interpretazione un brano intriso di perfidia e di amarezza, e così era per “Ciccio Formaggio”, vecchio brano cantato da vecchio brano cantato da Nino Taranto. Negli anni ‘70 aumentarono le sue apparizioni in televisione, nel 1976 partecipò al film “Remo e Romolo – Storia di due figli di una lupa”. Rientrata in Italia dopo un periodo in Usa, incise nel 1987 la sigla del varietà televisivo “Biberon”.

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