L’italiano ridotto a un grande Gangnam style

19 Dic 2012 0:04 - di Redattore 54

Nel 2011 la parola che spopolava era bunga bunga, ma anche “indignati” andava molto di moda. Con l’arrivo dei tecnici e dei professori è stato vero e proprio boom per i termini anglosassoni. Non solo spread ma anche la spending review e poi ancora l’aggettivo choosy scelto da Elsa Fornero, ministro del Lavoro, per indicare i giovani troppo schizzinosi dinanzi alle offerte di primo impiego. E accanto a questi vocaboli, trainati dai commenti della rete, la parola esodati è stata tra le protagoniste dell’anno. La politica invece è apparsa indecisa tra l’inglese di endorsement (sostegno) e il francese di rassemblement (gruppo) che hanno spopolato nelle esternazioni e nelle dichiarazioni. Per non parlare del verbo rottamare, che ha accompagnato in modo assillante la campagna che ha visto contrapposti Renzi e Bersani e ha contagiato le frange più inquiete del centrodestra. Tra i più cliccati su google, accanto alle previsioni del tempo, troviamo la famigerata Imu, vero e proprio incubo per gli italiani. Sull’abuso della parola crisi, inutile soffermarsi. Una crisi che, oltre all’economia, ha contagiato anche il vocabolario, così l’italiano è stato resettato proprio come non si è riusciti a fare con la classe politica. Un grande caos? No, piuttosto è il Gangnam style dei nostri tempi…

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