D’Alema infilza Monti, il mandante è Bersani

15 Dic 2012 0:01 - di Giovanni Trotta

Per il Pd torna il grande terrore del 1994. In questo senso: ora come allora, la vittoria era annunciata, e sfuggì sotto il naso alla “gioiosa macchina da guerra” inopitamente. Di qui forse l’ingiustificata aggressività e incarognimento che da allora in poi ha caratterizzato i rapporti tra maggioranza e opposizione. Allora chi tolse la torta dal posto della sinistra si chiamava Belrusconi, domani si potrebbe chiamare Mario Monti. Le cose si sono messe infatti in un modo tale che a febbraio si potrebbe ripetere lo choc del 1994, e sarebbe un colpo dal quale il centrosinistra potrebbe non riprendersi mai più. È per questo che stanno scendendo in campo metaforici carri armati come Massimo D’Alema, che in un’intervista al Corriere della Sera lo dice chiaro e tondo: «Monti non deve candidarsi».
E di qui discendono tutte le argomentazioni contenute nell’interessante intervista del quotidiano milanese al nostro ex presidente del Consiglio, secondo il quale Mario Monti «sta logorando la sua immagine. Preservi se stesso, sia utile al Paese, non si faccia travolgere dagli spasimi di una crisi politica sempre più convulsa e sconcertante per i cittadini», afferma infatti D’Alema che ovviamente quanto recisamente nega che ci sia da parte del Pd una sorta di paura di fronte ad una candidatura così autorevole. «Trovo solo che sarebbe illogico – argomenta D’Alema – e in qualche modo moralmente discutibile che Mario Monti scenda in campo contro la principale forza politica che lo ha voluto e lo ha sostenuto nell’opera politica di risanamento. Avendo grande stima di lui, spero che non lo farà. Ad ogni modo, non si può andare avanti con questa incertezza sul suo futuro: è meglio che chiarisca al più presto».
L’intervista si fa più incalzante e D’Alema non si tira certo indietro: «Sarebbe meglio se Monti preservasse la sua figura di super partes al servizio della Repubblica e la conservasse anche per il futuro prossimo». Con in cambio l’offerta del Quirinale? «Qui – replica l’ex premier – stiamo parlando del futuro del Paese e delle istituzioni, non stiamo all’asta delle poltrone. Come ha detto Bersani, la personalità di Monti è utile al Paese e non gli chiediamo di tornare alla Bocconi». Tra le righe sicapisce che in qualche modo il leader del Pd Pierluigi Bersani ha mandato avanti il capo del Copasir per costringere Monti e altri a uscire allo scoperto al più presto, per evitare che ancora una volta il Pd rimanga a bocca asciutta.
Mandato il messaggio, si passa ad altro: parlando delle pluricelebrate primarie, D’Alema confessa: «Ero perplesso sullo svolgimento di quelle primarie, ma ammetto che ha avuto ragione Bersani che invece ci ha creduto con forza e ha avuto coraggio». Parla anche di Matteo Renzi: «Bisognerà tenerne conto. Lui sostiene che continuerà a fare il sindaco, ma io non vedrei nulla di male se entrasse in un futuro governo». Solo di passaggio, notiamo che sia Bersani sia D’Alema parlano già come se avessero stravinto le elezioni politiche. Ma andiamo avanti. Conferma che non si candiderà?, chiede il “Corriere”. «Ci mancherebbe. Ho dato la mia parola» afferma, ricordando che «non sono disoccupato», visto che presiede “ItalianiEuropei”, è capo della “Foundation of European progressive studies” e fa parte dei vertici del Pse. Ma se arrivasse una chiamata per responsabilità istituzionali in Italia? «Se arriverà, valuterò la chiamata…», conclude l’ex premier ed ex ministro degli Esteri ai tempi del Kosovo.
aturalmente, l’assist era troppo ghiotto perché lo stesso premier non fosse immediatamente interpellato: così, ai giornalisti chew a Bruxelles gli chiedvano cosa ne pensasse dell’intervista del Corrierone, Mario Monti ha seraficamente replicato: «I consigli, soprattutto quando vengono da persone autorevoli e che stimo molto e alle quali ho chiesto consigli più volte in passato, li prendo sempre in considerazione». Il premier (dimissionario) però puntualizza: «Non ho letto l’intervista e non ritengo opportuno entrare oggi nell’argomento». Cosa che obiettivamente non sembra verosimilissima, mentre è comprensibile la poca voglia di entrare in aegomento.

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