CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

L’idea è battere  la sinistra  non noi stessi

L’idea è battere la sinistra non noi stessi

Politica - di Marcello de Angelis - 22 Novembre 2012 - AGGIORNATO 22 Novembre 2012 alle 13:53

A leggere, non solo i titoli della fantomatica “stampa amica” ma anche alcune dichiarazioni di sostenitori di uno o dell’altro candidato, sembra che il senso delle primarie del centrodestra sia l’ennesima guerra fratricida nella quale solo uno resterà in piedi (e probabilmente su una gamba sola). A leggere i post, i twit o come altro si chiamano su facebook o altri diabolici strumenti con nomi inglesi, sembra di vedere già in lontananza il fuoco di bombardamenti a tappeto e lunghe file di impiccati ai lampioni lungo le strade. Il grado di litigiosità inutile, insensata, autoreferenziale e autodistruttiva della destra (purtroppo proverbiale) sembra non aspettare altro per poter esplodere. Forse bisognerebbe ricordare perché si fanno le primarie, come sono nate e anche – perché no? – chi ci si è maggiormente speso. Per fortuna – malgrado il twit twit – scripta manent, quindi se uno non volesse farsi prendere proprio totalmente in giro, potrebbe farsi un po’ di lavoro di archivio per vedere chi ha fatto che, detto cosa e soprattutto quando. Anche in riferimento al governo Monti. Senza dubbio, chiunque si candidi e per qualsiasi ragione non potrà fare a meno di riconoscere ad Alfano il merito di aver creduto da sempre nelle primarie e essercisi giocato la faccia e con tutta probabilità buona parte dei suoi rapporti storici. Le primarie le volevamo in tanti e non per rottamare, ma semmai per selezionare; non per distruggere, ma semmai per costruire un partito che non c’è mai stato e una coalizione che non c’è più. E soprattutto per ridare a milioni di elettori la speranza che l’Italia non finisca nelle mani della sinistra. Per costruire, quindi, una nuova unità, non per disgregare quella minima che c’era.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

22 Novembre 2012 - AGGIORNATO 22 Novembre 2012 alle 13:53