Il Pdl si divide sullo “svuotacarceri”
Sulle misure alternative al carcere oggi il Pdl voterà a favore, ma ieri, sull’opportunità di svuotare le carceri con ritocchi legislativi, il centrodestra ha assunto posizioni differenti, per alcuni coincidenti con quelle della Lega. Ieri alla Camera si sono svolte le prime votazioni degli emendamenti al ddl presentato dal ministro della Giustizia, Paola Severino, che attribuisce al governo la delega «in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili». Una nutrita pattuglia di deputati, guidati dal coordinatore del Pdl Ignazio La Russa, ha votato a favore dell’emendamento soppressivo dell’articolo uno del provvedimento nella parte relativa alla definizione di misure alternative al carcere. La proposta di modifica era stata inizialmente presentata da Angela Napoli, di Fli, e poi ritirata perché soddisfatta delle modifiche apportate al testo dalla commissione. Quindi è stata fatta propria da Lega e Idv e comunque bocciata poi dall’assemblea. Presenti in aula ci sono 488 deputati, votanti 462, i no sono stati 377, i sì 85, astenuti 26. Un provvedimento che ha creato un dibattito acceso perché riguarda un tema importante come quello della sicurezza. «Quando il carcere è pieno – ha affermato La Russa – si rimedia costruendo le carceri non liberando i detenuti. A me è capitato, anche da capogruppo, più volte ricordare e ritenere che la sicurezza non è uno dei tanti diritti da esercitare, ma è una precondizione di libertà, e senza un concetto di sicurezza non è possibile esercitare nessuno dei diritti garantiti dalla Costituzione. La sicurezza, oltre a misure preventive – ha sottolineato ancora – comporta che sia chiaro a chi intende violare la legge che quando sbaglia, e quando dopo i tre gradi di giudizio arriva una condanna, vi sia una pena anche afflittiva, non solo tesa al recupero del condannato ma anche retributiva come i maestri del diritto ci hanno sempre insegnato. Questa norma che l’emendamento vorrebbe cancellare finisce per ridurre al minimo l’afflittività di condanne fino a quattro anni, per reati di una gravità enorme, anche per reati che magari qualcuno considera meno gravi (penso allo stalking) che invece tante volte ho visto anche dalla sinistra giustamente considerare prioritari e che finalmente, grazie all’azione del ministro Carfagna, sono diventati nell’opinione pubblica un comportamento lesivo del diritto da condannare col carcere». La Russa ha quindi annunciato «a titolo personale, senza impegnare nessuno» il voto contrario al provvedimento. A dare il “la” è stata Viviana Beccalossi che nel prendere la parola ha subito annunciato: «Voterò contro questo provvedimento e, quindi, a favore dell’emendamento in questione». Gli ex Fi, tranne eccezioni come quella di Fabio Garagnani, si sono pronunciati a favore del provvedimento. Maurizio Paniz, ricordando di non aver votato a favore dell’indulto, ha ricordato che la giustizia non può essere «emotiva», ma deve «essere equilibrata e ragionata. Credo che non ci sia nessuna mancanza di rispetto nei confronti di quei cittadini che chiedono giustizia, credo che il rispetto della sicurezza si possa ottenere anche attraverso gli arresti domiciliari, che costituiscono comunque una seria privazione della libertà e un serio deterrente». Nel dibattito è intervenuto anche Marcello De Angelis che ha annunciato la sua non condivisione al provvedimento. «Questo provvedimento – ha detto – interviene sugli effetti e non sulle cause. Se si vogliono svuotare le carceri, veramente bisogna intervenire su due punti: dare delle pene più lievi, se vengono considerate eccessive, ma che vengano scontate, ma soprattutto intervenire sui tempi del processo perché le carceri non siano ingolfate da persone che sono in attesa di processo per anni, e che probabilmente alla fine non meritano il carcere». Dopo il voto sull’emendamento la seduta è ripresa nel pomeriggio, ma il dibattito è andato a rilento. La Lega contraria al provvedimento ha fatto ostruzionismo e una folta delegazione di leghisti è uscita anche dal portone di Montecitorio srotolando un lungo manifesto con su scritto: «Delinquenti tutti fuori grazie alla maggioranza!». Manlio Contento ha poi riassunto all’aula il confronto che c’è stato in commissione Giustizia. Il testo originario, ha spiegato, non raccoglieva il consenso del gruppo del Pdl, con particolare riferimento alle disposizioni relative alle pene alternative al carcere e alle risorse destinate all’edilizia penitenziaria. Contento ha sottolineato che tali criticità sono state successivamente risolte. Ha quindi osservato che sarà responsabilità del magistrato giudicante decidere il ricorso a pene alternative. «Sarà la responsabilità del magistrato a decidere quando e, quindi, senza automatismi, potrà ricorrere agli arresti domiciliari per i reati, altrimenti la sanzione sarà quella della reclusione. Abbiamo ottenuto ciò che abbiamo chiesto – ha concluso – Abbiamo, quindi, rovesciato quel concetto». Il voto finale al provvedimento arriverà oggi.