Grillo non conquista gli “indignati” di Roma
È diventato ormai un tormentone il problema dei “dissidenti” del Movimento 5 Stelle. Prima c’era Giovanni Favia, ora ci sono il consigliere regionale Fabrizio Biolè e la ribelle Federica Salsi, che continua a quanto sembra a godere della fiducia dei militanti di Bologna. Ma il leader non recede e se la prende con la stampa che enfatizza i casi di scontro interno: «I giornalisti insistono – scrive Grillo sul suo blog – con la fiducia a questo o a quell’altro esponente del M5S data con l’applausometro o con il voto per alzata di mano di poche decine di persone la cui l’iscrizione al M5S non viene certificata formalmente. I ragazzi del M5S da sempre si riuniscono per discutere con i loro portavoce, ma la fiducia va gestita in modo formale. Non siamo all’asilo Mariuccia, cari pennivendoli».
Ma il dato più interessante non è questo. Il fatto è che Grillo, tra un insulto e l’altro alla stampa, ha pensato anche di mettere cappello sulla protesta studentesca, con un appello alle forze di polizia affinché solidarizzino con i manifestanti anti-crisi anziché difendere il potere ad ogni costo: «Soldato blu – si accalora Grillo dal suo blog – tu hai il dovere di proteggere i cittadini, non il Potere. Non puoi farlo a qualunque costo, non scagliando il manganello sulla testa di un ragazzino o di un padre di famiglia. Non con fumogeni ad altezza d’uomo. Chi ti paga è colui che protesta, e paga anche coloro che ti ordinano di caricarlo. Paga per tutti, animale da macello che nessuno considera e la cui protesta, ultimo atto di disobbedienza civile, scatena una repressione esagerata». In pratica Grillo vorrebbe che si ripetessero episodi simili a quelli che si sono visti a Madrid, e diffusi in rete abbondantemente, dove alcuni agenti di polizia si sono appunto tolti il casco andandosi a sedere tra i manifestanti pnealizzati dai tagli del governo Rajoy. Ma al di là degli intenti di Grillo, che appaiono chiari, sono state alcune reazioni a destare stupore. In primis la Lega, una delle forze che più ha soffiato sul fuoco della protesta fiscale, condanna senza appello le parole del leader del M5S giudicandole, come ha detto Maroni, un incitamento alla violenza. E perché? Perché la Lega teme di vedersi scippati i temi bollenti della ribellione contro l’austerity.
E anche gli studenti, in particolare quelli dei collettivi della Sapienza, hanno preso le distanze con nettezza dall’appello di Grillo: «Le dichiarazioni di Grillo su polizia e studenti sono solo strumentali. Lui cerca di cavalcare un’onda di proteste che noi invece sentiamo da anni. Lui e il suo movimento comunque non rispecchiano la nostra visione di un mondo diverso e migliore». Anche in questo caso si intuisce, al fondo delle dichiarazioni degli universitari romani da sempre orbitanti nell’area del radicalismo di sinistra, la paura che venga loro scippato un protagonismo che da anni gestiscono senza intrusioni partitiche.
Chi invece fa grandi complimenti all’ex comico è Dario Fo che confessa di essere un ammiratore dei grillini, ma lo è stato anche dei girotondini, e poi del popolo viola, per non parlare degli “indignati”. Però smentisce di voler correre per Grillo in Lombardia: «Sarebbe ridicolo pensare a una mia candidatura. Alla mia età?».