Di Pietro: l’Idv non si scioglie

5 Nov 2012 20:22 - di

La bomba della spaccatura interna all’Idv continua a deflagrare, e ad aumentare la sua carica esplosiva contribuiscono la polemica a distanza con il dissidente Massimo Donadi, che ieri si è dimesso da capogruppo alla Camera, e che conferma la tesi di un Di Pietro marciante verso l’imminente scioglimento del partito; l’apertura “sospetta” al Movimento 5 Stelle, legata all’ipotesi di un’aggregazione politica con lo slogan “Basta”, che vedrebbe alleati Idv, Grillo e altre formazioni e, da ultimo, la possibilità di una candidatura per il magistrato Ingroia.
«Ieri ho annunciato al presidente della Camera Fini le mie dimissioni da capogruppo dell’Italia dei Valori», ha dichiarato innescando il detonatore Donadi. «È una scelta presa con serenità e convinzione – ha poi aggiunto – affinché nella riunione dei gruppi parlamentari nessuno possa usare strumentalmente questo tema per eludere l’unico confronto veramente dirimente: quello sulla rottamazione dell’Idv che Di Pietro sta scientemente portando avanti».
L’ex pm incassa a fatica, colpito ma non ancora affondato, e passa al contrattacco: e dopo aver urlato al complotto; deplorato il «killeraggio mediatico» indirizzato contro lui, e aver denunciato a suon di interviste «coltellate alla schiena», prova a buttare acqua sul fuoco delle polemiche rispedendo al mittente l’accusa di voler staccare la spina all’Idv, replicando con l’idea di una rigenerante fase costituente, mirata a creare una nuova realtà politica e a cambiare la classe dirigente. «E mo’ basta con tutte queste sciocchezze», scrive sul blog l’ex pm, e a Falconara Marittima, durante una raccolta di firme per i referendum organizzata ieri, dopo aver provato a sedare una contestazione sorta tra i rappresentanti dipietristi locali e quelli della lista civica Uniti per Falconara, il leader Idv si preoccupa soprattutto di smentire l’imminente scioglimento dell’Idv, provando ad argomentare e articolare meglio il concetto: nessuna soppressione del partito, nessun nuovo partito, ma «una fase di rilancio, un rinnovato rapporto fiduciario con gli elettori», che non si limita alla semplice modifica del simbolo. Il nuovo partito si chiama Italia dei Valori – ha proseguito l’ex pm – come simbolo ha un gabbiano e stiamo lavorando per togliere il nome Di Pietro perché deve diventare più grande, più impersonale, più determinato a portare avanti la battaglia per la legalità e la solidarietà. Io ne sarò il portavoce, il primo rappresentante finché starò in piedi e finché i cittadini e gli elettori lo vorranno».
Di tutt’altro avviso, invece, Massimo Donadi, che torna a far alzare il termometro della diatriba a distanza con il leader Idv, denunciando una strategia di segno diametralmente opposto: «Di Pietro vuole rottamare la storia e l’impegno di dodici anni e migliaia di elettori, quadri e dirigenti, per rincorrere il voto di protesta, dei delusi. Siamo al predellino de’ noantri. La sua linea e la mia sono inconciliabili».
Intanto, tra funerali celebrati e poi smentiti, necrologi commemorativi e resurrezioni programmatiche, il prossimo punto di snodo del partito sarà la riunione dei gruppi parlamentari prevista per domani, che dovrebbe sciogliere le riserve sulle tante questioni aperte in agenda che stanno dilaniando il partito. Un partito in cui il leader non scioglie ancora del tutto la prognosi sulla scelta tra centrosinistra e Grillo, ma pone la questione dell’intesa con Pd, Sel e Psi nei modi che già gli hanno procurato un secco no dal centrosinistra.
Così, tra rettifiche e smentite, dimissioni e lacerazioni interne, precisazioni e inciuci, l’intesa con il M5S sembra prendere quota: e proprio l’asse Di Pietro-Grillo al momento appare come la miccia pronta a far scoppiare gli equilibri interni dell’Idv. Equilibri che saranno passati al setaccio nella riunione dei gruppi parlamentari. «Ci sarà una discussione, poi una riunione di gruppo e quanto prima un congresso. Sentiremo tutti, a cominciare da Di Pietro. Poi si deciderà dove andrà il partito. E dove va chi non è d’accordo», anticipa senza mezzi termini il deputato Idv Nello Formisano, che insieme a Donadi non si riconosce «nella deriva che sta prendendo l’Idv». Da parte sua Di Pietro, nel tentativo di abbassare il tiro polemico, replica sostenendo di aver parlato con Leoluca Orlando, dal quale avrebbe incassato «l’impegno a rilanciare insieme una Italia dei Valori ancora più forte». Sarà, eppure l’ipotesi di un ticket Di Pietro-Grillo viene accreditata anche dai commenti di Bersani che, intervenendo sulla questione delle lotte intestine dell’Idv, e parlando della fine del rapporto tra Pd e Italia dei Valori, ha commentato: «Non ho regalato nessuno a Grillo. Dopo Monti, Di Pietro ha via via compiuto scelte verso posizioni radicali, di opposizioni e di attacchi diretti al Pd. Era latente una scelta politica, di mettersi prossimi a queste posizioni para-Grillo». Allora, dall’incontro con i giornalisti a Falconara Marittima, la domanda non ha tardato ad arrivare, diretta: ma Di Pietro sosterrebbe la candidatira del comico genovese a premier? «Non si tratta di fare accordi elettorali con il Movimento 5 Stelle», ha rinnegato Di Pietro, anche perché «il progetto politico dell’Idv» resta quello di «ricostruire un’alleanza programmatica di centrosinistra che ha come base la foto di Vasto». «Ci auguriamo però che possano entrare anche loro nelle istituzioni al più presto per fare sentire la loro voce», ha poi cerchiobottisticamente aggiunto il leader Idv. E tra auspici e vaticini, frondisti e integralisti, morti premature e resurrezioni provvidenziali, l’Idv si avvia al redde rationem.

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