Laboccetta: Napoli rischia il default, De Magistris deve dimettersi
«Luigi De Magistris ammetta il suo fallimento e si dimetta con dignità». Amedeo Laboccetta, coordinatore cittadino del Pdl a Napoli e deputato, critica le ultime mosse “istrioniche” del sindaco dell’Idv che per il 30 ottobre ha convocato, in segno di protesta contro quello che lui stesso definisce «decreto ammazza Comuni», una seduta straordinaria del Consiglio comunale in piazza Montecitorio a Roma. «Non chiediamo né elemosine, né leggi speciali, né soldi a fondo perduto – ha detto De Magistris – ma solo la possibilità di ristrutturare il debito che ci hanno lasciato gli amministratori precedenti con una gestione scellerata». Ma Laboccetta dissente: «Con le pagliacciate e la demagogia non si può governare una grande città».
Napoli rischia il default: che cosa dovrebbe fare?
Se avesse seguito l’esempio della città di Caserta, ammettendo il dissesto, oggi forse poteva anche essere credibile. In realtà De Magistris non ha mai voluto ascoltare i consigli e studiare le proposte costruttive che venivano dal centrodestra.
Che cosa avevate proposto?
Appena s’insediò, lanciammo l’idea di una legge speciale per Napoli. Ma lui rispose che la città era autosufficiente. Negò la necessità di un provvedimento ad hoc perché, a suo dire, Napoli poteva farcela con le sue risorse e le sue strutture. Così non è stato: è sotto gli occhi di tutti lo stato di dissesto finanziario in cui versa la città.
È superficiale o autolesionistico?
Tutt’altro: è pieno di sé, non accetta consigli da nessuno e, soprattutto, non vuole comprimari. Nessuno può dissentire dal suo “pensiero unico” e chi osa “sfidarlo” è criminalizzato e cacciato fuori dalla Giunta. Lo dimostrano anche alcuni esempi eclatanti.
Quali?
È entrato in rotta di collisione con il suo assessore al Bilancio, Realfonzo, che gli aveva suggerito una soluzione per evitare di portare il Comune di Napoli sull’orlo del baratro. Il suo assessore gli aveva proposto di dichiarare il dissesto finanziario. Ma lui, pur di non ammetterlo, è andato avanti per la sua strada. Non solo, si è anche liberato del suo assessore perché lo riteneva scomodo. Con la stessa logica ha voluto rottamare dalla Giunta un soggetto come il giudice Narducci, che sul piano della legalità è mille miglia più in alto di lui.
Un altro aspetto importante è la raccolta differenziata dei rifiuti. Su questo versante com’è andata?
Un flop. Oggi siamo intorno al 20%, ma in campagna elettorale aveva promesso che in sei mesi l’avrebbe portata al 70%. Così come ha fallito sul forum delle culture, sulla sicurezza, e potrei continuare.
Quindi un errore dietro l’altro…
La verità è che De Magistris insegue una nuova verginità per occultare i danni fin qui commessi in diciotto mesi di sindacatura, e vorrebbe promuovere una carnevalata pilatesca a Roma, per provare a gettare sul governo responsabilità politiche e gestionali che sono solo e solamente sue.
Ma anche le precedenti Giunte hanno la loro responsabilità…
Certamente, ma proprio per questo motivo appena insediato doveva cambiare rotta con provvedimenti strutturali. Invece ha preferito nascondere sotto la cenere i problemi e ora si trova con l’acqua alla gola. Ma la strada della protesta non è ammissibile.
Perché?
Le istituzioni, ma De Magistris difetta di cultura istituzionale, si confrontono e collaborano, non promuovono strumentalmente ridicole pseudorivoluzioni subculturali. Se vuole fare il nuovo Masaniello, e cerca una scusa per candidarsi al Parlamento per lasciare la città, non può coinvolgere il Comune in uno scontro frontale con un governo che non è certo esente da errori, ma con il quale si può e si deve discutere.