Se Monti fosse italiano, me ne vergognerei…
L’idiozia e il qualunquismo mietono più vittime di Pol-Pot. E l’ipocrisia e il luogo comune sono peggiori della più ottusa delle ideologie. Il fatto che da sinistra ci sia un’istintiva sintonia con il governo dei tecnici, malgrado le politiche dai tratti orrendamente “padronali”, è forse da ritrovarsi in certe similitudini comportamentali. Anche per Monti la propaganda fa quotidiano strame della realtà e ripropone a cadenza settimanale piani quinquennali che porteranno sicuramente risultati a breve anzi brevissima scadenza e tutti i dati che sembrano testimoniare il fallimento del piano quinquennale precedente sono solo frutto delle cospirazioni controrivoluzionarie. Monti, è ormai evidente, è molto di più e molto altro di ciò che appare in superficie. Sicuramente non è un tecnico apolitico. Quello è stato solo un astuto travestimento per far abbassare le residue difese della politica e finirla nel sonno. Monti è un politico lui stesso, solo convintamente anti-parlamentare. In questo differisce dai tedeschi e un po’ meno dai francesi. Anzi, coi francesi ha in comune il presidenzialismo. Napolitano, pur non essendo stato eletto dal popolo come avviene in Francia, si è arrogato tutti i poteri sanciti dalla Costituzione Transalpina e si è nominato il suo governo e il suo Premier. Perché, per come e per conto di chi, potremo forse dirlo solo tra qualche mese e solo se salterà la “fase due” dell’operazione e cioè il prolungamento contro-natura del commissariamento tecnocratico, magari via elezioni anticipate che permettano a Napolitano di supervisionare la nomina di un nuovo governo che continui la rottamazione del Paese e – soprattutto – faccia portare a casa qualcosa di “solido” ai mandanti della liquidazione, come avvenne con le privatizzazioni garantite dagli altri governi tecnici e gestite dalle solite banche di amici e parenti. La Merkel, invece, folgorata sulla via di Damasco (dove oggi tira un’aria bruttissima) scopre che i mercati speculativi vampirizzano la ricchezza prodotta dai popoli e dalle nazioni. But it’ too late, Angy…