Alfano al Pdl: fare pulizia fino in fondo

20 Set 2012 20:57 - di

«Mai piu quello che è accaduto nel Lazio. Noi abbiamo iniziato a fare pulizia, ora ci aspettiamo che la facciano anche gli altri partiti…». La reazione del segretario del Pdl Angelino Alfano sulle vicende della Regione è categorica e le prime iniziative sono sul tavolo: martedì prossimo, presso la sede del Popolo della Libertà, in via dell’Umiltà, Alfano vedrà i capigruppo e i vicecapigruppo di tutti i Consigli regionali d’Italia. La linea è quella del rigore, via le mele marce, nuovi sistemi di controllo nell’utilizzo dei fondi e paletti chiari anche sulla moralità pubblica. Per Alfano quella di ieri è stata una giornata dolorosa ma utile. Prima con una delegazione di sindaci, poi a Palazzo Grazioli per un vertice del Pdl, il segretario ha chiesto una svolta radicale, pur considerando che il fenomeno degli sprechi nell’utilizzo dei fondi di partito riguarda tutti, nessuno escluso. L’obettivo del Pdl è darsi un’organizzazione trasparente ma anche vigilare sugli altri. «Il Pdl in pochi giorni ha cacciato Fiorito dal partito, sostenuto il coraggioso piano di riforme della presidente Polverini, rinnovato i vertici del gruppo consiliare e convocato i capigruppo di tutte le regioni, per condividere una linea comune che evidenzi la correttezza dei nostri gruppi regionali e rafforzi gli elementi di trasparenza nei confronti dell’opinione pubblica sulla gestione dei fondi pubblici. Ci aspettiamo adesso che anche gli altri partiti si comportino come il Pdl, il “così fan tutti” non giustifica nessuno», dichiara ancora il segretario nazionale del Pdl, che s’è mostrato soddisfatto anche per le dimissioni del consigliere regionale Francesco Battistoni da capogruppo, «non già perche fosse indagato o sfiduciato politicamente, ma per un suo gesto di grande responsabilità nei confronti delle istituzioni e del Pdl che non possiamo che apprezzare», precisa Alfano.
Parole a cui fanno eco quelle del segretario romano del Pdl, Gianni Sammarco, secondo cui «il Pdl, come ha ricordato il segretario Alfano in pochi giorni si è mosso in maniera rapida ed efficace, compattandosi attorno alla presidente Polverini, cui riconosciamo, in questi due anni e mezzo, una guida energica, virtuosa, decisionista, che ha prodotto, assieme al lavoro degli assessori, notevoli risultati che devono proseguire ed essere consolidati nei prossimi due anni». Il sostegno alla Polverini, nel Pdl, sembra unanime: «Va sostenuta convintamente, perchè ha reagito con tempestività e forza d’animo a quello che poteva essere un colpo mortale per la credibilità già compromessa della politica», ha detto ieri Mariastella Gelmini del Pdl, solo per citare una delle tante voci. Ieri pomeriggio, intanto, dopo le dimissioni annunciate da Francesco Battistoni, diversi consiglieri
regionali del Pdl si sono incontrati per una riunione informale nella sede del gruppo alla Pisana. Questa mattina è prevista la nomina del nuovo capogruppo.
Ieri, intanto, una delegazione di sindaci del Pdl ha incontrato Alfano proprio per sollecitare «una battaglia di rinnovamento che metta al centro la questione morale e il legame diretto con i cittadini basato su credibilità e competenza». In un documento – sottoscritto dai sindaci di Pavia, Lecce, Verbania, Ascoli Piceno e Pescara, a cui si sono aggiunti i primi cittadini di Cremona, Frosinone, Siracusa, Scafati, Mondragone e Teramo – si sollecita l’avvio di una «battaglia la cui urgenza risulta quanto mai evidente a fronte degli accadimenti di questi giorni». Nel corso dell’incontro con Alfano, «è stato manifestato un forte malessere rispetto alla gestione a livello locale del partito, spesso guidato da figure calate dall’alto e nominate non certo attraverso criteri meritocratici». La delegazione dei sindaci rende noto che mercoledì prossimo terrà una conferenza stampa presso la sede del partito in via dell’Umiltà per illustrare un documento programmatico incentrato sulla necessità «di rinnovare la classe dirigente attraverso l’introduzione di meccanismi elettivi per tutti i livelli decisionali del partito che risultano ancora frutto di cooptazione/nomina gerarchica».

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