È tornata l’Italia di Cetto La Qualunque, godereccia e gossipara
Sono lontani i tempi in cui i conduttori di Sanremo in diretta tv recitavano il mantra del momento: siamo tecnici. Dunque sobri. Dunque grigi. Dunque morigerati. E persino un po’ calvinisti… Passato l’inverno, e nonostante la crisi, è un altro grigio ad andare di moda, quello del romanzo erotico tendente al porno “Cinquanta sfumature di grigio” di E.L. James. “Repubblica” ieri monitorava il fenomeno: quattrocentomila signore italiane lo sfogliano incuriosite e rapite. Manco a farlo apposta, il protagonista è un imprenditore miliardario superdotato. L’analogia viene da sé. Il velo della opaca sobrietà è stato squarciato negli ultimi giorni anche sulla scena politica: c’è Sabina Began che decanta le doti di Silvio Berlusconi nell’intimità («Ha il sedere sodo e tosto. E sembra un toro») e meno male che Nicole Minetti per ora non parla, anche se squadroni di giornalisti gossipari la inseguono ovunque, rendendola protagonista procace di una stagione di crisi ma comunque sovreccitata. Ci si è messo anche Giuliano Ferrara, con un fulmineo apprezzamento che ha colpito Beppe Grillo, rivale del Cavaliere nel mettere in moto l’attrazione fatale delle folle: «Ce l’ha piccolo». Sembra il sequel del film di Cetto La Qualunque invece è la realtà di un’Italia impicciona e godereccia nonostante l’austerity. Diceva Flaiano che la pornografia è noiosa perché fa del pettegolezzo su un mistero. Ma questo Paese ama tenersi stretti i misteri in politica (ne abbiamo di grandissimi, ignorati e irrisolti) e debellare ogni segreto nella sfera privata, saccheggiata dai taccuini dei cronisti o dalle intercettazioni o da un tweet irriverente. Solo questo ormai dà la scossa al corpaccione inerte del popolo guardone.