Si riblocca la B1: altro boicottaggio contro Alemanno
La nuova parola d’ordine della sinistra per boicottare Alemanno si chiama “paralizzare i trasporti”. Oggi per i romani e i turisti interessati al trasporto pubblico locale sarà un nuovo venerdì nero: a rischio bus, tram, metropolitane e treni. Una paralisi che si va aggiungere agli enormi disagi subiti quotidianamente dai cittadini che utilizzano la metro B1. Sono passate solo tre settimane da quando la nuova linea è stata inaugurata, ma da allora succede sempre qualcosa di nuovo: un guasto improvviso, un fermo dei macchinisti, uno sciopero bianco, con la conseguenza che si accumulano ritardi su ritardi e a pagarne le conseguenze sono soprattutto i romani. Ieri l’ennesimo blocco, proprio il giorno dopo il comunicato congiunto di Atac, Agenzia per la mobilità di Roma e Roma metropolitane che garantivano il pieno funzionamento della linea dopo l’accordo sindacale con i macchinisti. Un fermo inaspettato, tanto da far sbottare Gianni Alemanno: «Le società mi avevano garantito il funzionamento della linea. C’è chi non ha rispettato gli impegni: andrò fino in fondo. Non più tardi di tre giorni fa – ha sottolineato il sindaco – le società mi avevano garantito che non c’erano problemi tecnici-strutturali nel funzionamento della linea e che, una volta risolti i problemi sindacali, non ci sarebbero state più difficoltà. Invece, con una puntualità inaccettabile, la metropolitana ancora una volta si è bloccata per quaranta minuti». Poi, ha annunciato che avrebbe fatto un sopralluogo «per capire cosa è successo» ma, ha aggiunto, «io non faccio collaudi, non mi occupo dei fatti tecnici, non costruisco metropolitane».
La neonata metro B1 si è fermata nel tratto che va dalla stazione Bologna a Conca d’Oro, in un’ora di massimo afflusso: le 7.50 del mattino, quando tutti i romani si muovono per raggiungere il posto di lavoro. I cittadini infuriati hanno atteso in banchina per più di quaranta minuti. E anche dalle altre stazioni, Libia e Annibaliano, i passeggeri sono usciti infastiditi: «Ora sono costretta ad andare a piedi al lavoro – ha detto una ragazza – è una cosa inconcepibile. Qui siamo al limite del paranormale». E su viale Libia, alla fermata del bus, sono state decine e decine le persone che, una volta riemerse, sono rimaste in attesa di prendere un autobus per arrivare a destinazione.
Gli accertamenti per capire il motivo dell’ennesimo fermo sono partite subito e dopo qualche ora si è scoperto il motivo. «Da un’indagine portata avanti da Atac – ha scritto il sindaco sul suo blog – mediante il sopralluogo fatto, si è appurata, per l’ennesima volta, la mancanza di un responsabile di stazione, che doveva essere presente al nodo di scambio Conca d’Oro-Bologna e che ha causato un grave disservizio». L’azienda, si legge, «ha preso provvedimenti nei confronti della persona, come già fatto in passato. La persona ha comunicato che andava in ferie senza nessun tipo di autorizzazione e l’azienda ci ha confermato che le ferie richieste erano state respinte perché non rientravano nel piano ferie. Non ha forzato nulla, ha semplicemente fatto una cosa che non poteva fare, soprattutto se si lavora in un settore delicato come quello del trasporto pubblico». L’azienda ha subito preso i provvedimenti disciplinari del caso sospendendo l’operatore che era assente e ha causato il disservizio e ora si riserva di presentare anche un esposto in Procura. I sindacati fanno il loro mestiere e difendono il dipendente. Ma l’assessore alla Mobilità, Antonello Aurigemma, ha lanciato un appello alle parti sociali a non prendere posizioni contro gli non lavora: «Dalla nota pubblicata da Atac emerge con preoccupante chiarezza la responsabilità di un dipendente nell’interruzione del servizio della metro B1. Lo stessa persona che oggi ha causato questi disagi ai cittadini non è nuova a episodi del genere». Aurigemma ha chiesto dunque ai sindacati «di farsi parte attiva in questa vicenda e in particolare chiedo al sindacato di appartenenza del dipendente sospeso, che risulta tra l’altro eletto nella Rsu aziendale, di intraprendere una analoga azione, a tutela di tutti i lavoratori che loro rappresentano e che quotidianamente operano con capacità e professionalità in un settore così delicato come quello del trasporto pubblico».
La sinistra, dal canto suo, ancora una volta ha gioito per l’ennesimo ritardo nella linea B1. Ma per il consigliere comunale Ludovico Todini «un minimo di onestà intellettuale obbligherebbe l’opposizione a fare mente locale sui disservizi che non mancarono neanche in occasione del prolungamento della linea A da Ottaviano a Battistini e dell’utilizzo dei nuovi treni Breda».