Metti una sera di luglio per… partecipare

18 Lug 2012 20:38 - di

Cinquemila persone non se le aspettavano neanche gli organizzatori. Invece, l’altra sera, alla manifestazione “Notte di mezza estate. Per ripartire da zero” in tante sono arrivate. E poiché l’evento promosso da Fabio Rampelli e Giorgia Meloni era a inviti, quei cinquemila erano davvero la tanto citata “base del Pdl”. «Il primo elemento positivo, imprevisto anche per noi è stata questa risposta. A metà luglio, con tanti già in vacanza, in un clima politico non positivo per il Pdl ci ha dato la misura di una evidente curiosità rispetto alle prospettive verso cui il Pdl si deve muovere», ha spiegato Rampelli, all’indomani di questo successo del partito tutto.
C’era anche Angelino Alfano, l’altra sera, a parlare di prospettive future, alleanze, nomi che potrebbero venire, preferenze e primarie. Ma anche di legalità, ecologia, innovazione tecnologica, Europa, sistema di credito. A parlare, insomma, di quei contenuti che poi sono stati affidati ai vertici del partito nella forma del documento “Zerocedario”, una sorta di abecedario di quello che un grande partito popolare di centrodestra deve e non deve fare in una prospettiva strategica per sé e per il Paese. Soprattutto, un documento aperto, scritto con il contributo degli stessi elettori, attraverso un meccanismo di ascolto e moduli messo in piedi dal movimento “Ripartire da zero” tanto nelle piazze quanto sul web. «Il Pdl lo recepisca», è stato l’invito rivolto dalla Notte di mezza estate ai “big” del partito, che oltre che dal segretario erano rappresentati anche da Renato Brunetta, Maurizio Sacconi, Ignazio La Russa, Gianni Alemanno, Renata Polverini, Maurizio Lupi e Raffaele Fitto.
Tutti, nei commenti del giorno dopo, hanno sottolineato quello che Rampelli per primo ha sottolineato: la voglia di partecipazione dimostrata dagli elettori, sia sul piano degli strumenti sia su quello dei contenuti. «Il successo di questa iniziativa evidenzia che c’è voglia di confronto nel Pdl, tanta gente che vuole partecipare alla vita del partito e che esiste un forte radicamento sul territorio», ha commentato Maurizio Gasparri, spiegando che «c’è quindi l’esigenza di rilanciare l’azione politica insieme a Berlusconi, Alfano e a tutti quanti noi all’insegna dell’unità». Anche Alemanno ha sottolineato «l’incredibile adesione di pubblico e le interessanti proposte politiche lanciate da “Ripartire da zero”», mentre per la Polverini «il dialogo e il confronto con i cittadini sono fondamentali» e “Notte di mezza estate” è stata una occasione importante per realizzarli. La Russa poi ha focalizzato l’attenzione sul fatto che al centro del dibattito ci sono stati «i temi cari al popolo del centrodestra».
Quali? Quelli presentati in Zerocedario e illustrati nel corso di un confronto partecipato anche “dal basso”, con il pubblico che ha più volte manifestato il proprio assenso o dissenso rispetto a passaggi specifici. Uno su tutti: quello in cui «sono state dette parole chiare in ordine all’ipotesi di un governo di larghe intese», ha sottolineato Rampelli. L’ipotesi, «che aleggia come uno spettro anche nel Pdl», non piace all’elettorato del partito, che ha accolto con un «boato» il no «a un governo posticcio, scelto non dal popolo con il voto, ma – ha proseguito il deputato del Pdl – da trame di palazzo dopo il voto». Non a caso, «rifiutare governi di grosse coalizioni dopo il voto del 2013» è il primo punto dello Zerocedario.
La partecipazione, come imprescindibile garanzia dei meccanismi democratici, resta il faro. Da qui discendono anche i punti successivi del documento: dalla necessità di «accentuare l’iniziativa per l’elezione diretta del capo dello Stato e approvare riforme costituzionali per modernizzare l’Italia» a quella di «lavorare solo a una riforma elettorale che conservi il potere dei cittadini di scegliere premier, coalizione, partito, programma, aggiungendo quello di scegliere il parlamentare con le preferenze». Si tratta di un disegno opposto a un parlamento «di nominati». Ma nel testo questo disegno è esteso anche alle altre assemblee elettive, per questo viene chiesto che i coordinatori regionali si facciano portavoce sul territorio di riforme elettorali che eliminino i listini, anche per evitare altri “casi Minetti”. Il tentativo di risolverlo, si legge nello Zerocedario, va trasformato in una regola generale. «Tutte le candidature bloccate o monocratiche – prosegue il testo – vanno subordinate a elezioni primarie». Ma “Ripartire da zero” si è richiamato anche al documento approvato dall’ufficio di presidenza del Pdl sulle primarie per scegliere il candidato premier: «Va confermato anche nel caso in cui Berlusconi volesse confermare una sua disponibilità». Su questo punto Alfano ha ribadito le sue perplessità, alle quali però vengono opposte non solo le ragioni della democrazia, ma anche quelle dell’opportunità. «Se fossi Berlusconi – ha detto Rampelli – non accetterei di essere designato da 50 persone o meno, soprattutto se il mio avversario principale accettasse di fare le primarie. Si creerebbe una asimmetria, un handicap molto forte in un sistema bipolare come il nostro». «Non possiamo – si leggeva nel documento – far emergere la candidatura di Bersani da un bagno di folla e quella di Berlusconi da un dispaccio dei colonnelli». Infine, il nome: del cambio si discuta anche, ma «solo se accompagnato da interventi decisi su un modulo organizzativo e su prospettive politiche che facciano decollare un movimento vero e presente sul territorio». «Nessun passo indietro verso rifondazioni di FI o An», è stato scritto nello Zerocedario, perché «noi non vogliamo tornare indietro», ha poi chiarito Rampelli.

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