Grillo, Radio Padania e i No Tav hanno tifato contro gli azzurri

2 Lug 2012 20:06 - di

Tra i tanti italiani dispiaciuti per la sconfitta dell’Italia contro la Spagna, domenica sera non c’erano Beppe Grillo, i leghisti e i No Tav: «L’Italia ha perso, l’Italia ha vinto. Chi ha perso? Gli italiani, come al solito, ma forse per loro questa sconfitta vale più di cento vittorie», ha scritto ieri sul suo blog il leader del Movimento Cinque Stelle, secondo cui «contro la Spagna lo spread è stato di 4 a 0 a favore degli iberici. Noi abbiamo fatto la parte del toro, o forse del bue». Chi ha vinto? Secondo Grillo “le banche spagnole, che hanno finanziato il calcio (senza di loro non esisterebbero nè Barcellona, nè Real Madrid attuali) e che oggi vengono salvate dalla Bce, e quindi anche dall’Italia, con 100 miliardi, ha vinto il calcio più indebitato”. «Ha vinto – prosegue Grillo – il presidente ucraino che ha avuto sul palco d’onore i primi ministri della Ue, Rigor Montis compreso, che si sono salvati l’anima mandando la letterina di Babbo Natale a Viktor Yanukovich, mentre la Timoshenko continua a marcire in carcere. Ha vinto la corruzione nel calcio italiano che, vittoria dopo vittoria della Nazionale, è scomparsa dal radar dell’informazione. Hanno vinto i giornalai e le Istituzioni che hanno usato il calcio per nascondere il nostro cratere morale e economico». «Hanno vinto – aggiunge – anche i calciatori e l’allenatore premiati con un invito dal Quirinale e la sconfitta più pesante della storia centenaria del calcio italiano in una finale o in una semifinale». Insomma, conclude, hanno perso solo «gli italiani, come al solito, ma forse per loro questa sconfitta vale più di cento vittorie». A Radio Padania si è addirittura esultato per la vittoria della Spagna, così come in val di Susa, dove domenica sera i «No Tav», nelle stesse ore della goleada iberica, hanno organizzato una specie di «contropartita» con clown, sbandieratori, cantanti e rapper davanti alle reti del cantiere a Chiomonte. E poi c’erano gli italiani indifferenti. Infatti a Siena, la partitella Spagna-Italia è stata considerata alla stregua di una amichevole di fronte alla «vigilia del Palio»: c’era la cosiddetta «prova generale».

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