“Capitali europee della Cultura”: quel filo rosso che unisce…
Guimaraes in Portogallo e Maribor in Slovenia. Sono queste le città scelte dall’Unione europee come “Capitali europee della Cultura” per il 2012. Il prestigioso riconoscimento rappresenta una grande opportunità per valorizzare il patrimonio artistico culturale europeo e per incrementare il turismo delle città designate. Con la delegazione cultura dell’Ue ho avuto la fortuna di recarmi nei giorni scorsi nell’incantevole città di Maribor, e di visitare il centro di Ptuj, in cui ho ritrovato la nostra storia ripercorrendo la grandezza di Roma. Antica città della Slovenia orientale, Ptuj conobbe il suo splendore grazie a Traiano e in seguito a Vespasiano, proclamato imperatore nel 69 d.C. La tradizione storica che in parte ci accomuna, contribuisce a valorizzare la ricchezza, la diversità e le caratteristiche comuni delle culture europee e permette una migliore conoscenza reciproca della nostra tradizione. L’iniziativa proposta dall’attrice greca Melina Mercuri e istituita nel 1985 con il nome di “Città Europee della Cultura” dal Consiglio dei Ministri dell’Unione, con l’appoggio del Parlamento Europeo e della Commissione europea, rappresenta una delle manifestazioni più autorevoli in Europa, in grado di riqualificare gli spazi attraverso la creazione d’infrastrutture, permettendo alla città di elevare il proprio profilo a livello locale e internazionale. L’evento rappresenta una grande opportunità soprattutto per quelle zone il cui sistema economico è in crisi poiché una città non viene designata Capitale unicamente per ciò che è. A essa è assegnato il titolo soprattutto per il programma di eventi culturali che propone di organizzare nel corso dell’anno in questione. Inoltre la manifestazione è l’occasione per migliorare la cooperazione nel settore culturale, promuovere il dialogo a livello europeo, facendo emergere al tempo stesso un forte sentimento di appartenenza alla medesima comunità. In questo senso, la visione globale dell’avvenimento deve essere “europea”, e il programma risultare attrattivo. In concreto si tratta di sottolineare il ruolo che la città candidata ha storicamente svolto nella tradizione europea e i suoi legami con questa cultura. A tal proposito tra il 2013 e il 2014 si sceglieranno le capitali europee della cultura per il 2019 che saranno una italiana e una bulgara. Il nostro Paese, nuovamente protagonista dopo Firenze nel 1986 e Genova nel 2004 avrà l’occasione di mettere in mostra la ricchezza culturale che da sempre ci contraddistingue, e dimostrare di avere capacità organizzativa nel creare partnership con altri Paesi europei. Una sfida importante, che vede competere circa quindici, tra le più belle città della nostra penisola. Un’opportunità che oltre a contribuire all’inclusione sociale e al dialogo interculturale, svolgerà un ruolo economico non indifferente, dato che la città prescelta riceverà dall’Unione un “premio” finanziario di 1.5 milioni di euro, tramite il suo programma quadro in materia culturale. Per rendere più accessibile al turismo internazionale il nostro patrimonio è necessario costruire una Capitale attrattiva e partecipativa, attraverso il coinvolgimento della popolazione e dell’intera rete culturale locale. Un grande in bocca al lupo, dunque, alle nostre città candidate che sapranno senz’altro rappresentare al meglio l’Italia nel 2019.