Verdone si rassegni: la sinistra non lo santificherà
Ma sì, regaliamo una copia di “Le Monde” a Carlo Verdone, come ha suggerito il sindaco Gianni Alemanno. Facciamogli leggere quanto siano belle le vacanze romane in scooter e quanto sia affascinante l’atmosfera della Capitale, di cui negli anni scorsi si era persa traccia. Facciamogli sognare un incontro con Gregory Peck e Audrey Hepburn, mostri sacri – quelli sì – del cinema. Può darsi che l’attore un sacco bello faccia dietrofront. Gli sono bastati tre mesi a Torino per “tradire” la sua città, ricca – sostiene lui – solo di traffico e di scritte del tipo “stronzo chi legge”. Una battutaccia che la sinistra ha utilizzato contro Alemanno. Come se, ai tempi di Veltroni e di Rutelli, non ci fosse stato il traffico e non ci fossero state le scritte con le bombolette spray. Con una differenza: in passato c’erano le notti bianche. E basta. Da quando c’è Alemanno sono state ampliate le grandi arterie, come la Collatina, e si sono aperti i cantieri sulla Tiburtina. Si è dato il via alle grandi opere come le complanari, proprio per snellire il traffico. Ci sono stati grossi interventi in quelle periferie completamente ignorate da Veltroni. Forse però Verdone, negli ultimi anni, è stato un po’ distratto. Anche se qualcosa non quadra: qualche mese fa, poco dopo l’arrivo di Monti, aveva già fatto una velenosa ironia su Berlusconi e la storia dei ristoranti pieni: «Sì, sò pieni, ma che magnamo? Magnamo ’na pizza». Prima l’attacco al Cav e poi ad Alemanno, spunta il sospetto: Verdone vuole forse trasformarsi in un’icona della sinistra-show, tipo Celentano o Fiorella Mannoia? Si rassegni, sarebbe tempo perso, quello è un circuito chiuso. Legga “Le Monde”, invece. Così, come dice Alemanno, «si tira un po’ su dalla crisi depressiva».