«Monti batte i pugni? Merito nostro»
Il trend negativo si è fermato: il Pdl per la seconda settimana consecutiva è in crescita, una crescita lieve, certo, ma comunque significativa rispetto alla tendenza che vedeva il partito di Alfano e Berlusconi in continuo calo di consensi. Rispetto a sette giorni fa c’è stata una risalita dello 0,4 per cento e il Popolo della libertà si è attestato al 17,1 per cento. Il dato è stato fotografato dal sondaggio sulle intenzioni di voto realizzato dall’Istituto Swg in esclusiva per Agorà, su Raitre. Un aumento di consenso che per Roberto Weber, presidente dell’Istituto, è collegato agli interventi che Silvio Berlusconi ha fatto in questi ultimi giorni. E, infatti, la presa di posizione sull’euro e sulla Germania, la richiesta al governo di una maggiore incisività in Europa e l’annuncio di essere pronto a ridiscendere in campo come ministro dell’Economia di un governo presieduto da Alfano, hanno tenuto a bada il malumore crescente del partito contro Monti e, soprattutto, hanno ridato speranza a tutti quegli elettori che in questi mesi non avevano digerito l’appoggio del Pdl all’esecutivo dei tecnici. In sostanza, come ripete da tempo Angelino Alfano, il Pdl è tutt’altro che morto e l’opposizione deve farsene una ragione. La situazione è, invece, più critica per il Pd che ha registrato un calo: i democratici perdono più di un punto percentuale (-1,1), mentre sale ancora il movimento di Grillo che acquista quasi un punto (+0,8). Si affievolisce quindi il distacco tra Pd e M5S, che è ora di 2,4 punti percentuali. Weber ritiene che il Pd stia pagando il sì alla riforma del lavoro dinanzi all’elettorato di sinistra più intransigente. Secondo il sondaggio l’area del «non voto» non diminuisce (anzi questa settimana guadagna un punto) e rimane sopra il 40 per cento: quasi un italiano su due, cioè, non ha ancora deciso per chi votare o pensa che non andrà a votare. Si tratta di un’area “grigia” decisiva alla quale i partiti dovranno guardare in campagna elettorale per ricostruirsi una credibilità dinanzi allo scetticismo che ha investito negli ultimi mesi l’intera classe politica.
Berlusconi favorito alle primarie
Se, poi, si passa dalle indicazioni di voto dei partiti a quelle dei possiboli candidati premier si osserva che Berlusconi è il candidato favorito alle primarie del centrodestra: con 46 punti percentuali l’ex presidente del Consiglio sarebbe saldo al primo posto, distaccando di 10 punti percentuali il segretario del Pdl Angelino Alfano. Il sondaggio mette anche in evidenza che, senza Berlusconi, Alfano salirebbe al 65 per cento. Un dato che mostra come il Cavaliere abbia ancora un posto ben saldo nel “cuore” dei suoi elettori, i quali hanno comunque gradito il passaggio del testimone ad Alfano.
La macchina del Pdl si è rimessa in moto. Dopo la convention dei giovani Fiuggi, ieri il segretario del partito è stato accolto alla Mostra d’Oltremare a Napoli da migliaia di iscritti, militanti e amministratori campani riuniti nella convention «Il Popolo e la Libertà, donne, uomini, associazioni e movimenti per un nuovo centrodestra». Un incontro fortemente voluto e sollecitato dagli Studenti della libertà e della Giovane Italia, a cui ha partecipato anche una galassia di associazioni che gravitano attorno al Pdl. Nella sala dove si è svolta la manifestazione era impossibile entrare. Per gli organizzatori c’erano oltre diecimila persone. «Il vostro sorriso ed entusiasmo – ha detto Alfano soddisfatto del bagno di folla – è l’antidoto a quelli che dicono che il Pdl è destinato a scomparire. Da Napoli parte la riscossa del Pdl, qui c’è un popolo vivo che vuole tornare a vincere».
Alfano e il vertice Ue
Nella giornata in cui si è chiuso il vertice europeo, il segretario del Pdl arrivando a Napoli ha rivendicato al partito il buon risultato ottenuto dal premier, dovuto alla richiesta pressante arrivata dal Pdl di alzare finalmente la voce facendo valere il peso dell’Italia nell’eurozona. Così ha spiegato che il Pdl «ha chiesto a Monti di battere i pugni in Europa e Berlusconi gli ha chiesto di far sentire la voce dell’Italia e di non essere timido e lui non lo è stato. Ha posto anche dei veti e ha ottenuto risultati, è l’inizio, la strada è giusta e ci fa sperare. Noi con grande forza e chiarezza diciamo che tifiamo Italia e festeggiamo i risultati che il governo ottiene per il bene del Paese». E quindi ha aggiunto che «la prossima settimana presenteremo delle misure per l’abbattimento del debito». A questo punto, quindi «la prima cosa da fare in Italia è tagliare la spesa, e crediamo che il governo lo farà nei prossimi giorni, e dopo toglierci i debiti con un grande piano di abbattimento del debito». Sulla crisi ha quindi aggiunto che c’era chi pensava fosse sufficiente l’annuncio delle dimissioni di Berlusconi perché lo spread calasse di 100 punti: «Dopo circa otto mesi nessuno ha ancora chiesto scusa a Berlusconi per la clamorosa bugia che lo spread saliva per colpa del suo governo».
L’Europa era un sogno…
Il segretario del Pdl ha infine parlato dell’Europa: «Per noi che abbiamo quarant’anni ha rappresentato un sogno ma oggi rischia di trasformarsi in un incubo». Alfano vede «un’Europa che non trova il proprio destino e non sa agganciare il futuro». «A dodici anni dall’ingresso nell’euro – ha aggiunto rivolgendosi alla platea – mi rispondereste che l’Europa ha una moneta e un mercato ma non un popolo. È la prova di quanto ci dobbiamo impegnare nel nostro futuro».