Mina ci canta le virtù di Monti. Ma stavolta prende una stecca

12 Giu 2012 20:30 - di

C’è chi come compagna di banco sognava la ragazzina più carina della classe, quella che gli passava davanti senza degnarlo di uno sguardo, e invece si ritrovava con il secchione che non gli permetteva di sbirciare i compiti. E c’è chi avrebbe voluto trascorrere l’anno scolastico gomito a gomito con Mario Monti. No, non è uno dei ministri tecnici e neppure un banchiere. Ad avere questo desiderio è Mina, la signora della canzone italiana. Nella sua rubrica su “Vanity Fair” ha risposto a un lettore che le chiedeva il suo giudizio sul premier. E lei ha risposto così: «Ho sentito dire da molti: “Quei provvedimenti killer li sapeva prendere anche mia nonna”. Non so. Monti sta cercando di svolgere una funzione assurda. Gli tocca il giochino di governare una nazione e accontentare contemporaneamente una sessantina di milioni di persone». Quello che di solito capita a tutti i presidenti del Consiglio, forse Mina non se n’è mai accorta. Però, ha aggiunto l’artista, in Monti «si può ascoltare una paziente monotonia, come una ninna nanna contro la nostra rabbia che non può assopirsi». Non c’era da dubitarne. Mina non poteva che cantargli “parole, parole, parole”.

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