“L’imputata” Fornero si dichiara innocente

19 Giu 2012 20:38 - di

Come in un processo. Le prove sono tutte lì, certificate. Parlano i numeri, sugli esodati la Fornero ha sbagliato e di grosso. La “richiesta di condanna” è quasi senza appello, perché di fronte a prove certe è impossibile farla franca. Ma lei, la ministra dalle lacrime facili, si difende nell’aula del Senato, grida la sua innocenza, si contraddice come gli imputati quando sono incalzati dall’accusa, ritira quanto detto nei giorni scorsi – dal «ci siamo sbagliati» alle scuse per aver «lavorato troppo in fretta» – trova un escamotage tecnico per ottenere l’assoluzione. Una scena un po’ surreale, visto che si parla di persone e non di numeri. La Fornero rivendica: «65mila persone saranno salvaguardate». Già, ma quanti sono quelli complessivi? Probabilmente 400mila, come quantificato dall’Inps, ma essere esodato, secondo la “ministra”, non significa affatto dover essere salvaguardato, perché coloro che hanno maturato i requisiti nel 2011 e andranno in pensione quest’anno sono di fatto 60mila. E per gli altri che corrono il rischio di rimanere senza salario e senza pensione? Si vedrà. Intanto è certo che oltre i 65mila previsti dal decreto del governo ce ne sono altri 55mila che abbisognano in tempi stretti di un paracadute. E di questi 40mila sono in mobilità.
A Palazzo Madama
In un’aula del Senato, che a momenti ha registrato cospicue assenze per effetto dei senatori che non erano presenti o lasciavano l’emiciclo in segno di dissenso, la Fornero (sulla quale pende una mozione di sfiducia individuale presentata dalla Lega, da Italia dei valori e da altri parlamentari) ha dunque respinto l’accusa di aver dato «informazioni non vere sui lavoratori interessati e di aver sottratto dati. Anzi – ha aggiunto – rivendico di aver assunto, coerentemente, un atteggiamento di chiarezza e trasparenza per risolvere subito i problemi più prossimi e trovare soluzioni più eque per quelli più lontani, in un’ottica finanziaria stringente». Parole che sembrano lontane mille miglia dalle ammissioni di qualche settimana fa quando la stessa Fornero, di fronte ai giornalisti, aveva ammesso senza mezze misure che sulla questione degli esodati il governo si era sbagliato. Quindi aveva chiesto apertamente scusa affermando che molti problemi erano nati dal fatto che era stato necessario muoversi in fretta dietro l’incalzare dei mercati e la necessità di dare una riforma al Paese.
Cambio di strategia
Ieri, però, la musica era cambiata. La tabella dell’Inps? «Ha impropriamente alimentato la polemica, considerato che il dato è stato interpretato come il numero dei lavoratori da salvaguardare». Invece per il ministro non è così: ci sono quelli da salvaguardare subito e ci sono quelli per i quali possono essere previste altre strade. I «meno anziani», per esempio. Per loro potrebbe arrivare l’estensione del trattamento di disoccupazione o la partecipazione di queste persone a lavori di pubblica utilità con incentivi contributivi e fiscali. E intanto che cosa si fa? Praticamente nulla. La Fornero propone un «intervento serrato con le parti sociali per interventi più approfonditi e per individuare situazioni di criticità per misure tempestive». Una manifestazione di buona volontà e nient’altro, anche perché disponibilità economiche non ce ne sono, mentre in molti «vorrebbero che la soluzione, su principi e scaglioni, venisse fuori in pochi giorni». Possibilmente insieme al via libera della riforma del lavoro. «Un’assoluta priorità», secondo Maurizio Gasparri che ierial Senato ha sostenuto che «il Pdl sollecita certezze» e che «nessuno può essere abbandonato senza stipendio e senza pensione». È il governo tecnico e la Fornero che debbono dare la soluzione: prima hanno giocato sui numeri, adesso capiscano che «non si possono lasciare migliaia di cittadini in preda alla disperazione».

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