La manovrina, ultima tentazione di Monti

25 Giu 2012 20:09 - di

Alla fine, gratta gratta, sono riusciti a trovare l’ago nel pagliaio. Quell’ago si chiama Martin Kotthaaus ed è il portavoce del ministro tedesco Wolfgang Schaeuble. È quasi l’unico, andando a spulciare tra le bocciature che arrivano da ogni angolo del mondo, che riesce ancora a dare una chance a Super Mario: «Con il governo Monti l’Italia può risolvere bene i problemi». Il nodo, però, è “come” risolverli, visto che la situazione continua a precipitare, con la Borsa che crolla giù come le giostre horror di Gardaland e con il pessimismo che travolge tutto e tutti, dopo il fallimento della “cura tecnica”. A tre giorni dal vertice europeo Piazza Affari ha subito indossato la maglia nera per poi precipitare in chiusura a meno 4,02 per cento, trascinata al ribasso soprattutto dalle banche, mentre lo spread è arrivato a 452 punti base. A ben vedere, quindi, le parole di Kotthaaus, apparentemente positive, potrebbero avere un altro significato: fate tutto voi, non aspettatevi aiuti dall’esterno. Ed ecco che comincia a circolare il fantasma di una «manovrina», che andrebbe a colpire di nuovo le nostre tasche.
Lo sgambetto della Merkel
Angela Merkel, intervenendo alla conferenza sullo Sviluppo sostenibile, ha smorzato sul nascere l’ottimismo che in questi giorni si sta cercando di mettere in campo sulla possibilità di convincere la Germania ad attenuare la politica del rigore per sposare strategie più attente alla crescita. «Lo dico apertamente – ha affermato la Cancelliera – quando penso al Consiglio di giovedì prossimo a Bruxelles mi preoccupa che si parlerà assolutamente troppo di tutti i possibili modi per condividere il debito, e troppo poco di migliorare i controlli e le misure strutturali». Cosa voglia dire tutto questo la Merkel lo spiega con dovizia di particolari: «L’obiettivo è una unione politica con più Europa in cui il criterio principe non sia la mediocrità ma il meglio, e in questo la sostenibilità gioca un ruolo centrale». Il che equivale a dire che «il discorso su eurobond, eurobill, garanzie di condivisione del debito e molto altro oltre che non compatibile con la nostra costituzione, è sbagliato e controproducente dal punto di vista economico». Perseguire la crescita senza rigore avrebbe – fanno sapere – un discorso avventuroso.
La “melina” di Monti
Per Monti, che nella mattinata aveva incontrato al Quirinale Giorgio Napolitano (oggi vedrà Berlusconi) per mettere a punto la ricetta italiana da sottoporre al vertice Ue le parole arrivate da Berlino devono essere stata una doccia fredda. In uno scenario in cui la Spagna ha chiesto ufficialmente gli aiuti per le proprie banche (i mutui cancellati sono già più di quelli concessi), Draghi ha incontrato Hollande (che è già passato dalle parole ai fatti mettendo a punto un piano che prevede tra i 7 e i 10 miliardi di tasse), Moody’s si prepara ad abbassare il rating agli istituti di credito di Madrid, Bruxelles annuncia che presto la troika sarà nuovamente ad Atene, Cipro chiede  il salvataggio Ue e il neo ministro greco delle Finanze (Vassilis Rapanos) si dimette. E l’Italia che fa? Bersani vorrebbe far segnare a Monti «un gol come quello di Pirlo», ma il premier vola molto più basso. Pronta, come detto, anche una manovrina compresa tra i 7 e i 10 miliardi di euro da varare in tempi brevissimi e comunque entro giugno. Anche questo dovrebbe tranquillizzare la Merkel, anche se le risorse individuate dovrebbero in parte servire per evitare l’aumento dell’Iva in autunno. Sul tavolo ci sono i tagli individuati dal commissario Enrico Bondi (3,8-4 miliardi), ma anche dell’altro: una riduzione dei livelli della dirigenza  pubblica e la spending review applicata alle Camere, al Quirinale e alla Corte costituzionale. E le pensioni d’oro? C’è un emendamento di Guido Crosetto che prevede un taglio di 6.000 euro al mese, ma il governo ha detto no.

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