Compagni “contro”: Vendola sacrifica Diliberto sull’altare della sacra alleanza
Compagni sì, ma fino a un certo punto. Ferrero e Diliberto si accomodino pure a casa, si mettano in pantofole e si rassegnino a trascorrere le serate davanti alla tv. Perché, se prima la rivoluzione “non russava”, oggi è destinata a russare e anche per parecchio tempo. Casini vuole contrarre matrimonio con Bersani e a sua volta Bersani strizza l’occhio a Vendola. Il fine ultimo è costruire un’alleanza-calderone che vada dai centristi e finisca a sinistra, tutti contro il Pdl. Occorre sacrificare qualcosa, e cioè le ali estreme, per una questione di immagine. Risucchiando Vendola come “presentabile” (più che altro per non perdere la sua fetta di voti), non resta che trovare i nuovi brutti anatroccoli. Che appunto sono Ferrero e Diliberto. Non importa che siano stati a lungo compagni di viaggio di Bersani e di Vendola (pure di Prodi). Non importa neppure che il loro dio sia Marx e che salutino con il pugno chiuso. Elettoralmente sono deboli e quindi chissenefrega. E i due “compagni”, per non essere agnelli sacrificali, sperano nel piano b: creare una “cosa rossa” che assomigli alla sinistra greca, quella che ha rastrellato parecchi consensi alle politiche. Ma è una missione quasi impossibile, c’è poco tempo e la situazione in Italia è diversa da quella greca. Loro sognano le proteste ateniesi. E in nome del proletariato lanciano appelli a Vendola. Che però è attratto dalle sirene di Bersani e non si chiama Ulisse.