Authority, è ressa nel Pd: poi per la Privacy spunta un bravo… dermatologo
Dalemiani, franceschiniani, miglioristi, veltroniani, nuovi, vecchi, trombati, aspiranti tecnici: una folla di raccomandati che manco a X Factor s’era vista sfilare per strappare un voto a Morgan e alla Maionchi. Le primarie del Pd per una poltrona nelle Authority delle Telecomunicazioni e della Privacy hanno fatto registrare il “sold out” di candidature: diciannove per la prima, quattordici per la seconda. Roba da far invidia ai gazebo di Prodi, roba da convincere Bersani a far votare tutti i parlamentari con delle inedite primarie parlamentari, prima di sottoporre i prescelti al voto dell’aula. Con un’ulteriore paletto: le famigerate “quote rosa”, l’obbligo di indicare almeno una rappresentante del gentil sesso. Facile immaginare l’aria che si respirava ieri durante l’assemblea dei gruppi del Pd, tra insofferenza e paura di non farcela a spostare i pacchetti di voti, sui quali, ancora una volta, ha fatto man bassa Massimo D’Alema, che ha spostato le preferenze sul suo candidato al board dell’Agcom, l’autorevole docente di Telecomunicazioni Maurizio Decina: l’uomo giusto nella casella giusta. A Dario Franceschini è invece andata la partita per la candidatura all’Authority della Privacy, dove andrà l’ex capogruppo del Pd Antonello Soro, autorevolissimo anche lui, ma nel campo della Dermatologia, di cui è primario ospedaliero. Alla Privacy va anche un’altra docente di area Pd, Licia Califano, costituzionalista bolognese cresciuta alla scuola di Augusto Barbera. Sul secondo consigliere dell’Agcom spettante al Pd, Bersani ha stretto un patto con il Terzo Polo, dopo un vertice mattutino con il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, Benedetto della Vedova di Fli e i capigruppo democratici Franceschini e Anna Finocchiaro: alla fine si è convenuto sul nome di Francesco Posteraro, vice segretario della Camera, in quota terzista. Il Pd ha anche indicato il nome di Giuseppe Lauricella come successore di Sergio Mattarella al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa.
Tuoni e fulmini arrivano dai prodiani, con il solito Arturo Parisi: «Il modo in cui il Pd ha deciso di individuare il candidato del partito all’interno delle Autorità di Garanzia non cambia la sostanza della questione. Che sia scelto dal segretario, dalle presidenze dei gruppi, o dai parlamentari attraverso una consultazione che si immagina di nobilitare col nome di primarie, il candidato resta un candidato di partito. Per questo solo fatto il Pd riconosce a Berlusconi il diritto di scegliersi un candidato che, in quanto indicato dalla sua parte, viene riconosciuto come rappresentante dei suoi interessi di parte». Il Pdl, dal canto suo, avrebbe intenzione di riproporre per l’Agcom l’attuale commissario Antonio Martusciello e indicare ex novo Antonio Preto, mentre per il Garante della privacy i nomi più accreditati sarebbero quelli di Augusta Iannini, Giovana Bianchi Clerici ed Enzo Savarese, oltre a Giuseppe Lauricella per il consiglio superiore della Giustizia Amministrativa. Oggi alle dieci le prime votazioni.