Atene chiede alla Ue meno rigore e sogna la rivincita in campo

19 Giu 2012 20:32 - di

Non poteva mancare la metafora calcistica: «Angela non ci butterai fuori dall’euro» ha titolato infatti un quotidiano greco ieri, riferendosi alla prossima partita degli europei che vedrà appunto i panzer tedeschi affrontare la meno blasonata compagine bianco-celeste venerdì prossimo. E se qualcuno chiede a un greco che ne pensa di Samaras (il leader di Neo Demokratia a cui il presidente Karolos Papoulias ha affidato lunedì l’incarico di formare il governo), si sente rispondere che ha giocato male, riferendosi all’omonimo calciatore della nazionale ellenica. Insomma, una vittoria sulla Germania farebbe dimenticare le miserie della vita quotidiana, dove greci e extracomunitari condividono insieme la fila alle mense del poveri.
Ma gli occhi dell’Europa in queste ore sono puntati più che sui campi ucraini e polacchi, ad Atene, dove il segretario del partito di centrodestra Antonis Samaras ha solo tre giorni (da lunedì) per formare il nuovo governo. Se non vi riuscisse, l’incarico passerebbe al leader del seocndo partito, ossia a Alexis Tsipras, capo di Syriza, che però ha già fatto sapere di non volere avere nulla a che fare con Nea Demokratia. Syriza, sinistra radicale, domenica ha rischiato di diventare il primo partito del Paese, giungendo subito dietro al centrodestra e battendo anche i cugini del Pasok (da cui provengono i molti voti di Syriza) guidati da Evangelos Venizelos, professore, avvocato, ministro dell’Economia, sempre in prima linea nel bene e nel male nella gestione di questo disastro che è l’economia greca.
C’è poi la questione urgente da risolvere del memorandum Ue sulla Grecia: i termini del secondo piano di aiuti ad Atene dovranno essere modificati, alla luce dei ritardi nella sua attuazione provocati dallo stallo politico, mantenendo però quelle che Bruxelles considera le due linee rosse invalicabili: il mantenimento degli obiettivi di riduzione del debito e la prosecuzione delle riforme strutturali. È quanto hanno sottolineato fonti Ue, secondo le quali «sarebbe stupido mantenere lo stesso memorandum in un contesto che è cambiato». «Un nuovo memorandum dovrà essere firmato», hanno affermato, prevedendo che questo potrà avvenire presumibilmente in estate, dopo un’attenta valutazione di quello che è stato o non è stato fatto da parte della troika, che sarà ad Atene dopo la formazione del nuovo governo. Tuttavia ufficialmente, tuttavia, la Commissione, attraverso il portavoce del commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha ribadito anche ieri che non ci sarà alcuna ricontrattazione del piano, che «è stato deciso di recente e nessuno parla di rinegoziarlo».
Insomma, tutti stanno aspettando questo nuovo governo, ed è indubitabile che tutti premano per una Grosse Koalition tra Nea Demokratia e Pasok: Venizelos è stato oggetto nelle ultime ore di telefonate da parte sia di Mario Monti sia di François Hollande, per convincerlo a formare questa grande coalizione alla tedesca. Il leader socialista però tenderebbe a un governo di solidarietà nazionale con i quattro maggiori partiti, quindi anche con Syriza e Dimar, Sinistra democratica (6,2 per cento), il cui capo Fotis Kouvelis, però, avrebbe chiesto addirittura un premier non di centrodestra e un numero maggiore di dicasteri per lui, dimostrandosi però piuttostoaperturista su una alleanza. Syriza, come si è detto, per ora non ne vuole sapere. È un fatto però che la Grecia è al quinto anno consecutivo di recessione, con una disoccupazione al 22 per cento, con le banche e le imprese estere che stanno andando via dalla penisola. Per questo il memorandum andrebbe cambiato. Ma anche ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel dal Messico, al G20, ha ribadito che la Grecia deve rispettare le regole e gli impegni che ha preso. La speranza di Samaras, qualora formasse il governo, è legata al vertice Ue del 28 e 29 giugno, in cui la “troika” comunitaria deciderà se ammorbidire il memorandum, quell’intesa che in cambio di 130miliardi di euro obbliga Atene a riforme strutturali, taglio del deficit pubblico e risanamento dei conti entro il 2015.

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