Acea: il Pd prende lezione da “Tarzan”

12 Giu 2012 20:12 - di

Siamo abituati ad operazioni quotidiane di disinformazione ma il caso della rissa di lunedì nell’aula Giulio Cesare è una “perla” di stravolgimento della realtà. La cornice era la discussione sulla vendita del 21 per cento dell’Acea, sulla quale il Pd ha presentato 160.000 emendamenti. Il fatto “presunto” passato alle cronache è stato che il Pd si è immolato con il “martire” Umberto Marroni, il suo capogruppo, per fronteggiare la prevaricazione fisica dei consiglieri di maggioranza, Federico Mollicone in testa. I fatti veri dicono il contrario e li racconta Mollicone stesso, suffragato da immagini e video, tra cui quello del Corriere della Sera, che ripristinano una verità molto diversa. «Si è trattato di un vero e proprio assalto alla presidenza del Consiglio comunale – che è un organo costituzionale – preparato con una strategia premeditata ad arte dal Pd. Quando il presidente Marco Pomarici ha aperto la votazione, alcuni esponenti dell’opposizione si sono avvicinati agli scranni della presidenza, con i rappresentanti dei Movimenti per l’Acqua pubblica (sobillati da Andrea Alzetta, alias Tarzan, che era stato sospeso e assisteva ai lavori), che hanno scavalcato le recinzioni scagliandosi sugli scranni», racconta Mollicone. «Successivamente il collega Marroni ha tentato di impedire al presidente di aprire le votazioni sottraendogli il badge – atto gravissimo – inserito nella postazione e io l’ho solo spostato», precisa il consigliere del Pdl. «Lui è caduto mentre scendeva – le immagini lo provano – ed è scivolato battendo sul gancio del microfono sullo scranno del sindaco, montando il “caso” su un graffio per il quale anche mio figlio di sei anni si sarebbe vergognato di farsi mettere il cerottto», racconta Mollicone, che è stato fatto passare per il vero provocatore della bagarre in Campidoglio. «Noi del Pdl volevamo consentire il corretto svolgimento delle votazioni. Si è potuto votare solo perché la presidenza ha prodotto un duplicato del badge, grazie al quale si è proceduto al voto. La vera notizia è che non è più la sinistra estrema a premeditare atti intimidatori, ma ora anche una forza che si dice moderata e democratica come il Pd», commenta, ricordando che «bloccare un pubblico servizio è un reato penale. Con l’aggravante della premeditazione, perché lo striscione aperto davanti lo scranno della presidenza era stampato». Per molto meno – ricorda Mollicone – «per un girotondo fatto dai ragazzi del Fronte della Gioventù intorno al Parlamento si gridò all’attentato alla Costituzione….».
Sulla “battaglia dell’acqua” l’opposizione sta facendo passare il messaggio che il Campidoglio abbia intenzione di privatizzare l’Acea. In verità, la discussione riguarda il 21% delle quote della municipalizzata, la cui cessione non mette in alcun modo a rischio l’affidamento del Sistema Idrico Integrato di Roma e Provincia. «L’ostruzione che sta facendo il Pd non è credibile, visto che Marroni era in maggioranza nella Giunta Rutelli quando fu approvata la cessione ben del 49% di Acea», ricorda Mollicone. L’opposizione ha perso le staffe dopo «la richiesta presentata dal capogruppo del Pdl, Luca Gramazio, di rinviare la discussione delle migliaia di ordini del giorno a dopo l’approvazione della delibera stessa, dimenticando che si fece lo stesso per l’approvazione del Piano regolatore quando era sindaco Veltroni», nel febbraio 2008, quando l’opposizione, guidata da Alemanno, presentò 15.000 odg e il tempo stringeva. Si aggirò l’ostacolo approvando prima la delibera e poi discutendo gli odg, aprendo le porte all’approvazione del piano. Ieri, intanto, l’Ufficio di Presidenza ha deciso per la convocazione ufficiale del consigliere Andrea Alzetta con lo scopo di audirlo. A quattro elementi «tra i facinorosi che hanno invaso lo spazio a loro inibito e interrotto lo svolgimento dei lavori è stato interdetto l’accesso per tre mesi, ad altri sette per un mese. Un “richiamo” ai consiglieri Marroni, Ozzimo, De Luca e Mollicone.

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