Svolta “giovanile” nel Pdl? Attenti, gli idioti sono sparsi in tutte le età…
Cento volte meglio un settantenne preparato e onesto rispetto allo squallore di un giovincello rampante. Il giovane rampante, generalmente senza arte né parte, giunge alla politica intendendola nella foggia peggiore, sospinto dalla sirena più mostruosa possibile, colei, cioè, che canta i segreti del vivere con agio senza essere costretti a studiare e a lavorare. Di norma, il giovane rampante è o è stato un pessimo ma servile portaborse, quando, essendo figlio, figlia, nipote, marito, moglie, amante di… non sia già ben piazzato in pista di lancio dal familismo e dall’amicalismo amorali. In siffatta temperie, dove camerieri, attendenti, sciacquini – si definivano così i poliziotti ancora militarizzati costretti a servire i superiori anche nei lavori domestici – sarebbero da preferire, essendo al di sotto dei quarant’anni, i tre giovani di scorta alla senatrice Finocchiaro, quelli addetti a trascinare il carrello dell’Ikea, potrebbero pretendere, in qualità di provetti, servizievoli e sperimentati portacarrelli, candidarsi nell’esercito del nuovo che avanza. Ebbene, il Pdl, da tempo colpito e sbriciolato dal virus della peggio gioventù, tipo veline nude passate dal calendario osé al governo, oggi vagola moribondo in cerca di idee. Da un lato, ripesca progetti fossili degli anni Ottanta del XX secolo, spacciandoli per freschi di giornata; dall’altro, non elaborando idee ma solo effetti speciali, pensa di sopravvivere, selezionando ragazzi e ragazze in nome di una politica che sa troppo di Grande Fratello, se non proprio di “Vieni avanti cretino”. Eppure, l’umiliante esperienza del governo tecnico avrebbe almeno dovuto esortare la politica a recuperare vocazioni, capacità, competenze, moralità, intelligenze, le quali, come l’imbecillità, la disonestà e l’idiozia, sono democraticamente sparse in tutte le età. C’era una volta il centrodestra che parlava di merito e non di anagrafe. C’era una volta il centrodestra che non c’è più.