Senza il Cav più rispettati? Chiedetelo ai marò…
La pecca più grave di Berlusconi – ci rammentavano di continuo – era di aver fatto perdere alla Nazione il rispetto e la credibilità internazionale. Questo – ci si diceva – era all’origine anche della crisi economica che si abbatteva su di noi nella forma orrorifica del vampiro Spread. Angela e Nicolas ridacchiavano al solo evocare il nome del nostro Premier. I grandi del mondo ci snobbavano. Eravamo lo zimbello delle nazioni. E quelli che invece volevano fare affari con noi e ci sostenevano (Putin, Erdogan) erano autocrati da cui stare lontani (anche se sono gli unici che ci danno il sostegno energetico). Il solo apparire del viso sobrio e austero di Monti – assicurava Napolitano – avrebbe consegnato tutto ciò al passato, riportandoci alla guida del mondo. L’Europa ci avrebbe implorato di aggiungerci alla guida dell’Unione in una troika con Francia e Germania. Peccato che la notizia non sia arrivata fino in India, dove si sono fatti beffe delle nostre istituzioni o addirittura non ne hanno riconosciuto la legittimità e l’esistenza. L’Italia di Monti, laggiù, è semplicemente una non-entità. Per il rilascio di due nostri militari in servizio attivo, assegnati a una missione di difesa anti-pirateria, si sono attivate le vie diplomatiche, giudiziarie e pecuniarie, accettando ogni genere di ricatto e umiliazione. Esito nullo. A distanza di tre mesi il Governo ha deciso di fare ciò che chiunque altro avrebbe fatto il giorno dopo: ritirare l’ambasciatore, atto minimo indispensabile per affrontare una vertenza internazionale. Si sarebbe dovuto fare appello alle istituzioni sovranazionali, applicare sanzioni, esigere il sostegno dei sedicenti “alleati” che ci trascinano in conflitti in tutto il mondo. Consegnata la sovranità alla Germania e l’economia alle merchant bank, consegnare anche i nostri soldati va di conseguenza. Il rispetto si guadagna. E anche in questo, il bilancio di Monti vira al rosso.