Pensioni d’oro ai manager: il governo ci ha riprovato (ma gli è andata male)

9 Mag 2012 21:09 - di

Tentar non nuoce. E loro ci hanno provato. Zitti zitti, sperando di non dare troppo all’occhio. La bocciatura sulle pensioni d’oro ai manager i ministri tecnici non l’avevano digerita, ma lo “scandalo” aveva già fatto il giro del web, con accuse e ironie, «la vera casta sono loro», «difendono gli amici e chiedono il sangue alla povera gente». Di conseguenza bisognava agire alla chetichella nella consapevolezza che poi, ottenuto il ripristino del testo originario, sarebbero scoppiate le polemiche. Meglio dopo che prima. Ma stavolta gli è andata male, i partiti – non appena hanno saputo cosa bolliva in pentola – gli hanno detto un “no” così perentorio da costringerli alla fuga. Tanto da indurre il ministro Piero Giarda a smentire: «Il governo non ha mai manifestato l’intenzione di modificare il testo del decreto legge sulle commissioni bancarie». Una retromarcia perché è stata l’agenzia Ansa a rendere noto che il governo aveva chiesto «ai gruppi di maggioranza la disponibilità a reinserire nel decreto sulle commissioni bancarie la norma sulle pensioni d’oro dei manager, abrogata dal Senato». E, successivamente, la stessa Ansa aveva informato che «l’esecutivo ha rinunciato a presentare in commissione Finanze alla Camera l’emendamento che avrebbe ripristinato la norma sulle pensioni d’oro dei manager pubblici», specificando che la decisione era stata assunta «dopo la contrarietà espressa da tutti i gruppi della maggioranza». E imfatti, durante la sospensione dei lavori della commissione Finanze, Giarda si era incontrato con i capigruppo in commissione di Pdl, Pd e Udc dai quali aveva ricevuto un vero e proprio «niet». Un tentativo che, in una situazione in cui nemmeno per gli esodati si riescono a trovare le risorse necessarie per assicurare loro o un lavoro o una pensione, era francamente troppo. Del resto, che un governo di tecnici si faccia interprete delle rivendicazioni dei manager pubblici non stupisce. È come se difendessero il proprio orticello. Al momento, però, a meno di sorprese dell’ultimo minuto, i giochi sembrano fatti. «Per quanto ci riguarda – ha detto il vicepresidente del gruppo Pdl a Montecitorio Jole Santelli – il decreto è blindato e la Camera ratificherà le decisioni già assunte dall’altro ramo del Parlamento».

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