Pdl: innovatori benvenuti. I rottamatori vadano a…
Oggi il Pdl riunisce i suoi parlamentari a Roma (Camera, Senato ed Europa) con il presidente Berlusconi e il segretario Alfano. Sarebbero più di trecento persone con varie e diverse esperienze, molti dei quali hanno alle spalle decenni di vita amministrativa e professionale oltre che politica. A tutti costoro forse verrà spiegato (o magari chiesto) il perché della crisi che a detta di tutti il loro partito sta vivendo. Si spera gli venga chiesto più che detto, perché è legittimo ritenere che la maggior parte di loro siano uomini e donne del territorio, persone che interagiscono tutti i giorni e da anni con i loro elettori e anche con i loro ex-elettori, quindi sarebbero in grado di raccontare quali siano state le aspettative deluse, i cambiamenti d’umore, le paure e le speranze. Di norma nei partiti questi confronti e scambi dovrebbero essere continuativi e permanenti. Se non altro per evitare che gli stessi parlamentari finiscano confusi dai rumors che leggono sui giornali. O che si trovino ogni giorno a dover dar risposte ai loro referenti territoriali che anche loro – purtroppo – si informano sugli stessi giornali. O anche per mettere un freno alla conseguente libidine di alcuni di inventarsi di continuo aggregazioni o raccolte di firme per intimare o proporre la qualunque solo per ottenere il pezzullo sul giornale. Pezzullo che poi arriva sui territori come un’ulteriore bombetta e che genera altra confusione e senso di insicurezza. Se uno ha fatto il militare o anche solo il capo scout, sa che ci sono due cose che ti portano alla sicura sconfitta: la mancanza di comunicazione tra e con le truppe (che fa sì che l’artiglieria bombardi la propria fanteria) e seminare insicurezza, disorientamento e confusione tra le proprie file. Non c’è bisogno di leggere Sun-Tsu. E nemmeno di consultare esperti e sondaggisti.