Monti, bocciato in economia, s’improvvisa costituzionalista
All’inizio fu lo spread. Con Berlusconi aveva toccato punte da brivido e quindi bisognava mandarlo via. Lo chiedeva la Merkel perché altrimenti l’Italia avrebbe affossato – diceva – l’euro. E Obama aggiungeva che se l’Italia affondava avrebbe portato con sé l’intera economia mondiale. Quindi, tolto il Cav, sarebbe tornato tutto a posto: giù lo spread, su l’economia mondiale, nonché la Merkel. Napolitano, compresa la gravità della situazione, ritenne di poter essere il primo presidente della Repubblica italiana a fare qualcosa di più che dire che d’estate fa caldo e prese la palla al balzo, certo di iscrivere così il proprio nome nella storia. Salvare l’economia planetaria cambiando un presidente del Consiglio, non è occasione da lasciarsi sfuggire. Dopo pochi mesi, persino tecnici e professori hanno scoperto che il giochino dello spread è un po’ più complesso. Ora Re Giorgio – che non è fesso – ha capito che né lui, né Monti (e nemmeno Angela&Sarkò) verranno ricordati come taumaturghi dell’euro e quindi ha proposto a Mario il comprimario di cambiare obiettivo, iscrivendosi nella storia come quelli che hanno fatto le tanto attese riforme istituzionali. Ma il tempo stringe e così, in un sabato noioso, qualcuno ha preso i titoli delle riforme proposte dal centrodestra (o tentate e regolarmente bocciate dai referendum), li ha svuotati di contenuto e – voilà! – ecco il nuovo programma del governo Monti-Napolitano…