Tasse tagliate? No, rinviate di 15 giorni…
La sfiducia delle imprese, i nuovi dati sulle pensioni da fame, quelli di Bankitalia sull’assottigliamento dei risparmi delle famiglie italiane. Ed ancora, le 82 scadenze fiscali che ci attendono a maggio e che costringono il governo, per evitare ulteriori pasticci e rivolte popolari, ad allungare i termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi. In un giorno che fa segnare il solito bollettino di cattive notizie sul fronte economico, Mario Monti da Bruxelles torna sul tema della crescita, rivendicandolo come suo, anche se solo 48 ore fa era stato il governatore della Bce, Mario Draghi, a sollecitare l’Europa e l’Italia a pensare anche al Pil, oltre che al rigore.
La promessa della crescita
La Commissione europea proporrà 12 misure chiave per la crescita «entro settembre», ha anticipato ieri il commissario al Mercato interno, Michel Barnier, durante una conferenza sull’integrazione finanziaria alla Banca centrale europea. Ma Monti ieri ha negato perfino che le riforme, da sole, «possano aiutare la crescita». «Tutte le riforme strutturali e le misure di consolidamento fiscale sono deflazionistiche, non portano automaticamente la crescita e questo significa che se non c’è domanda per i prodotti la crescita non si materializza».
Del resto, un’idea su cosa fare ancora non c’è, come ammette lo stesso premier. «Come sapete, stiamo lavorando in stretto contatto con il governo tedesco e stiamo elaborando diverse varie ipotesi. Nella lettera che su iniziativa italiana è stata inviata da parte di 12 capi di stato e di governo al presidente del consiglio Ue e della Commissione Ue in febbraio vengono specificate varie misure per la crescita». Mario Monti ha parlato della necessità che i leader europei «cerchino politiche più aperte e creative» per ridare ossigeno alla crescita europea, per evitare rischi di «una fine ingloriosa», come quella subita dal Patto di stabilità e di crescita nel 2003. «Dobbiamo guardare ad altre politiche, strumenti e azioni per la creazione della crescita», ha detto Monti. «Dobbiamo guardare ad altre politiche, strumenti e azioni per la creazione della crescita», ha detto Monti. «Bisogna che i Paesi che non sono sottoposti ad una cura intensa come l’Italia largheggino con le loro politiche economiche – sostiene Monti, in un riferimento implicito alla Germania – non certo tornando a politiche effimere di facile disavanzo pubblico». Cosa che, ricorda, «sarebbe in totale contrasto con le esigenze di oggi, noi italiani lo sappiamo molto bene per i decenni scorsi».
L’asse anti-Ue a sinistra
Mentre l’Europa resta in attesa dell’esito delle consultazioni francesi, per verificare se l’anti-europeista Holland prevarrà su Sarkozy, la Merkel ha ufficialmente scelto Monti per rafforzare la propria posizione, improvvisamente indebolitasi. E in attesa di capire che fine farà il “fiscal compact”, il premier italiano rassicura: «Non sono previste modfiche». E la Merkel conferma. Dunque, scarsi margini per la crescita, è la sintesi. E in Italia l’ala sinistra, sulla scìa di Holland, si sta consolidando in una posizione ancor più estrema, con l’Idv e Rifondazione che iniziano a tifare contro il governo anche quando “gioca” fuori casa. «Monti sta facendo quello che gli ha chiesto la Bce: far quadrare i conti senza preoccuparsi di chi deve pagare», dice Antonio Di Pietro, aggiungendo: «Ancora una volta il conto lo pagano gli onesti e le fasce sociali più deboli». «A tutti gli effetti Monti si conferma come il miglior cameriere della Merkel sulla folle linea della distruzione dei diritti e dell’aumento della disoccupazione», aggiunge Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista.
Tra scadenze e rinvii
In un mese di maggio che prevede ottantadue scadenze fiscali da considerare, per i malcapitati contribuenti italiano, ieri è arrivata una proroga del governo per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Chi presenta il modello 730 per dichiarare i redditi 2011, avrà tempo fino al prossimo 16 maggio, se lo consegna al sostituto d’imposta (il datore di lavoro), oppure fino al 20 giugno, se lo presenta a un Caf o a un professionista (rispetto alla scadenza del 31 maggio inizialmente prevista).