Primo Maggio col trucco: sarà il dopofestival di Sanremo
Il trucco c’è e si vede: il Primo Maggio non è più quello di un tempo, manca l’attrazione fatale, non ci sono gli operai, le bandiere rosse, le mobilitazioni, la lotta contro il padrone. È necessario adeguarsi. Perfino l’antica “triplice” ha lasciato il posto a tre distinte strategie sindacali. Così si cerca un’altra soluzione, si trasforma il palco di piazza San Giovanni nel palco del Festival di Sanremo e il gioco è fatto. I 0giovani arriveranno, il richiamo è forte pure per le famiglie, la scampagnata musicale è assicurata. Poi la Cgil (più della Uil e della Cisl) potrà prendersi il merito di aver portato migliaia e migliaia di persone alla manifestazione facendo passare i fan degli artisti come militanti sindacali. I commentatori parleranno di tradizione consolidata, di appuntamento rispettato con i cantanti, ma di sicuro nessuno metterà in evidenza che questa volta – tra quanti si esibiranno dal palco – ce ne saranno parecchi che all’ultima edizione della kermesse sanremese hanno avuto molta eco, da Noemi (record su record nella vendita di dischi) a Nina Zilli fino a Eugenio Finardi, uno dei “grandi nomi” portati da Morandi nella città dei fiori. Ci saranno anche Stefano Di Battista e Marina Rei, protagonisti di passate edizioni del Festival. Successo assicurato. Mancherà solo Celentano con i suoi sermoni. A meno che non comparirà sul palco grazie a qualche imitatore. Tutto a posto, quindi. Sanremo è Sanremo.