Monti, dalle lezioni di economia alla scoperta dell’acqua calda
Bisognerebbe avere la pazienza di spulciare tra gli editoriali dei grandi giornali nella prima fase della stagione Monti. Oltre alla tanto strombazzata sobrietà, tutti elogiavano il nuovo premier per le sue dichiarazioni «profonde», da professore d’alto livello, capace di farti appassionare anche ai temi più noiosi, un po’ come accadeva al liceo con i docenti meno ingessati. Nel caso di Monti, però, il tempo non è stato galantuomo perché dal “ghe pensi mi” del debutto è passato prima al politichese e poi all’ovvio, con l’azione del governo appannata e frenata, alcune liti in famiglia a Palazzo Chigi e l’accusa (giusta) di voler ridurre tutto a un conteggio matematico senza nessuna attenzione per il sociale. Persino alla fine dell’incontro con il primo ministro finlandese, Jyrki Katainen, il premier si è limitato a scoprire l’acqua calda: «Ci siamo trovati particolarmente d’accordo che il tallone d’Achille dell’eurozona e dell’Ue è la questione della crescita». Che il tallone d’Achille sia la crescita lo sanno tutti, anche chi non ha doppie o triple lauree o chi in tv segue solo “Beautiful”. Il problema, come invece dice Brunetta, è che il governo Monti si è incartato: «Poteva fare una riforma del lavoro molto forte, molto simbolica: non c’è riuscito. Poteva fare una riforma fiscale molto forte, molto simbolica: non ci sta riuscendo». Monti conoscerà il tallone d’Achille. Di sicuro, però, non è pie’ veloce. E neppure un guerriero.