La depressione colpisce l’Italia. E anche Monti
Le voci di palazzo parlano di un SuperMario in depressione. Ai media si descrive come un “volontario” richiamato da Napolitano per “mettere in sicurezza il Paese”. Napolitano replica che lui stesso è un “richiamato della Riserva”. Ma dietro questa sceneggiata da Totò e Peppino sembra celarsi l’improvvisa consapevolezza del Prof. di aver beccato dal suo mentore un mezzo bidone. Monti, dicono, è la prima vittima della propaganda anti-Cav. Anche a lui avevano assicurato che la crisi era tutta colpa di Berlusconi e che bastasse mandarlo via per riconquistare la credibilità internazionale e quindi la fiducia dei mercati. Un rapido giro di consultazioni tra amici e parenti nei board delle banche d’affari l’avevano tranquillizzato: tutti si erano impegnati – tedeschi inclusi – a fare la loro parte per riaprire immediatamente i crediti all’Italia, concretizzando il miracolo. La storia racconta che Napolitano a fine luglio lo aveva convocato offrendogli una “mission possible”: in questi giorni Monti si è reso conto che forse tanto “possible” non è. A fine marzo il premier annunciava trionfale l’endorsement del mandarino rosso Hu Jintao a investire soldi cinesi in Italia. Ieri, le previsioni depressive sulle Borse europee dovute proprio alla frenata della crescita economica cinese hanno sfatato anche questa chimera. I partiti collaborano, i sindacati no. Gli speculatori non hanno mostrato alcuna indulgenza per la nuova Italia. E ora si inalbera anche Confindustria. “Obama è soddisfatto di noi”, ripete Monti quasi a se stesso. “Ma gli italiani non mi meritano”.