T-shirt macabra, parla il fotografo: «Diliberto sapeva»

21 Mar 2012 20:33 - di

«La foto è mia e vi dico che Diliberto ha parlato con la signora dieci minuti e sapeva della maglietta». Sul sito che ha sollevato il caso, ilportaborse.com, è lo stesso blogger a smentire il segretario dei Comunisti italiani, che ieri è intervenuto più volte per ribadire l’assoluta casualità dello scatto e il fatto di non aver minimamente notato la scritta indosso alla t-shit della manifestante.
La fotografia in queste ore sta impazzando sul web e sui portali d’informazione scatenando la reazione del mondo politico, a partire dalla diretta interessata, che è intervenuta con una nota ufficiale. «Leggo che un ex ministro della Giustizia – ha scritto Elsa Fornero – ha offerto il suo sorriso partecipe e compiaciuto a fotografi che registravano una manifestazione per la quale lo slogan scelto era:‘”La Fornero al cimitero”. Provo profondo disgusto e sdegno e denuncio l’irresponsabilità di simili comportamenti. Leggo anche – ha aggiunto la responsabile del Welfare – che lo stesso ex membro del Parlamento italiano richiamava norme di civiltà riferendosi all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Provo profondo disgusto e sdegno e denuncio l’irresponsabilità di simili comportamenti e non soltanto perchè mi trovo a essere l’oggetto di questi slogan». Per concludere in termini ancora più categorici: «Un ex membro del Parlamento italiano non è legittimato a parlare di “norme di civiltà” quando adotta simili comportamenti. L’ex deputato ritratto in quella fotografia di certo non era degno di nessuno dei ruoli pubblici ricoperti».

In posa davanti a Palazzo Chigi
Come nasce lo scatto? Singolare che di tanti fotoreporter l’unico a fornirlo sia stata un anonimo blogger (il sito è stato registrato nel gennaio scorso attraverso una società dell’Arizona) che ha scattato la foto e l’ha postata martedì pomeriggio: «Passo davanti a Palazzo Chigi e chi ti vedo? Il segretario nazionale dei Comunisti italiani. Se ne sta tra i poliziotti a difesa di piazza Colonna e un gruppo di signore in età avanzata che manifestano vivacemente contro Elsa Fornero, la ministra del Lavoro. Del resto in queste ore si sta discutendo proprio dell’articolo 18 e della sua abolizione, delle misure sulla mobilità e l’occupazione. Diliberto inizia a intonare slogan assieme alle vecchiette. Tutti contro la Fornero. “L’articolo 18 è una norma di civiltà – urla il segretario in giacca e cravatta – è inammissibile intaccarla. Ci aveva provato Berlusconi e non ci era riuscito. Vedrete, signore, non ci riuscirà nemmeno Monti”. E giù applausi da parte dei manifestanti che alzano in cielo i cartelli, mentre i poliziotti iniziano a guardare storto il segretario. Diliberto è in preda all’entusiasmo. Inizia a farsi fotografare con le signore. Flash e contro flash. Poi ancora proteste. Abbraccia un’anziana e un’altra e un’altra. Poi vede a qualche metro di distanza una signora con la scritta sulla maglietta “La Fornero al cimitero“. Lui non resiste e la chiama per farsi una foto insieme. Anche io non resisto e impugno il cellulare. Click. Stavolta Diliberto si è proprio meritato di essere immortalato da “Il Portaborse”».

Le ripetute smentite dell’ex ministro

Il leader del Pdci, viste le dimensioni che, grazie al web, ha assunto la notizia della foto con la manifestante, dopo la dura reazione del ministro Fornero replica prima attraverso Twitter: «Vorrei tranquillizzare tutti. Ieri la foto in questione, durante il presidio per l’articolo 18, è stata fatta perché  la figlia di quella lavoratrice ha dato un esame all’università con me e ha preso 30. E’ ovvio che non mi ero accorto della maglietta e mi dispiace». Poi ricorre alle agenzie di stampa con ben due comunicati. Nel secondo è categorico: «Ribadisco e rafforzo quanto già detto: non mi ero accorto della maglietta. È ovvio che non solo rifiuto lo slogan, ma che è lontanissimo dalla mia cultura politica, che affonda le radici nella Costituzione e nella democrazia».

Il Pdl: le parole sono pietre

«Mentre l’Italia ricorda l’uccisione di Marco Biagi da parte delle Brigate Rosse un fatto del genere è ancora più grave. Invece viene sottovalutato. Denuncio pubblicamente sia l’assurdo comportamento dei manifestanti e quello di Diliberto che quello di quanti non danno risalto a una simile condotta. Su questi temi le parole sono pietre. Esprimo solidarietà al ministro Fornero». Il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri è il primo a esprimere solidarietà alla responsabile del Welfare e, dopo di lui, è lunga la serie di dichiarazioni degli esponenti del Pdl. «Oltre ad essere di pessimo gusto, la T-shirt resa popolare mediaticamente da Diliberto è molto inquietante anche se è il frutto di goliardica incoscienza». È il commento di Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. Provo un senso di disgusto nel dover commentare l’insensata provocazione dell’ex ministro Oliviero Diliberto. L’atteggiamento migliore sarebbe l’indifferenza, ma non possiamo permetterci, in un momento delicato come questo, di lasciare che quella fotografia passi sotto silenzio». Così il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi.
Lupi osserva che «in questi giorni abbiamo celebrato il decennale della morte di Marco Biagi» e «francamente pensavamo che quel sacrificio, unito a quello di tante altre vittime del presente e del passato, fosse servito a far capire che su queste cose non si scherza».
Mentre il segretario del Pri Francesco Nucara stuzzica la sinistra: «Tutte le forze politiche, a cominciare da Sel e dal Pd, dicano cosa ne pensano». Risposta che, fino a ieri sera, è rimasta praticamente inevasa: di Vendola e compagni nessuna traccia. Gli uomini di Bersani hanno fatto (quasi) peggio: hanno espresso solidarietà alla Fornero attraverso deputati del calibro di Enrico Farinone e Michele Ventura. Di meno famosi non sono riusciti a trovarne.

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