Roma, l’Anpi dal prefetto contro i “muri squadristi”

22 Mar 2012 21:01 - di

Strana città, Roma. Una città dove il prefetto, immaginiamo oberato di lavoro per contrastare la risorgente criminalità organizzata cittadina, trova il tempo per parlare di… scritte sui muri. E non, badate, del vandalismo in generale, che ogni anno costa al contribuente milioni di euro da investire nel decoro urbano. No, macché. Il problema sono le scritte fasciste sui muri. E le svastiche. Una pioggia di svastiche che neanche in Triumph des Willens se ne erano viste tante. Non ci crederete, ma in pieno 2012 è questa la situazione romana secondo l’Anpi, che ha per l’appunto importunato il prefetto della capitale per sensibilizzarlo sull’emergenza muri squadristi. E hanno fatto anche una mappa! Il fenomeno, dicono, è diffuso soprattutto nei quartieri Tor Bella Monaca, Montesacro, Parioli e Gianicolense oltre che a Ostia. Roma, del resto, non è l’unica città italiana flagellata dall’allarme delle pareti crociuncinate. Pensiamo solo che il comune di  Trezzano sul Naviglio, su proposta del sindaco Giorgio Tomasino, ha deciso di assumere provvedimenti, affinché «venga ritirata e corretta la pubblicazione con, in copertina, una foto del ponte sul Naviglio imbrattato con una svastica». Si trattava di una guida turistica, accidentalmente pubblicata con una foto in copertina recante il sulfureo simbolo tratteggiato su un muro. Insomma, le croci gammate sono tra noi. E, a quanto pare, hanno anche un effetto criminogeno. «Nella zona del litorale romano – ha spiegato il presidente dell’Anpi Roma Francesco Polcaro – c’è una recrudescenza di neofascismo che sfocia sempre più spesso in aggressioni. Basti pensare a una delle ultime, avvenuta ad Ostia, ai danni dei giovani del Teatro Lido. Proprio lì i muri sono tappezzati di svastiche e scritte da apologia del fascismo». Accidenti, la gente legge le scritte e aggredisce le persone, a confronto Essi vivono era una passeggiata di salute. Il fatto che, poi, la presunta aggressione di Ostia si sia verificata in 20 contro 6, dove i 20 sarebbero gli aggrediti e, incredibilmente, i 6 gli aggressori (questa la versione dell’Anpi) è qui un puro dettaglio. L’importante è riportare nella capitale il dialogo civile e la normale dialetica democratica. Parlando dei presunti autori del nazi-vandalismo, infatti, Polcaro scrive: «I loro siti che spargono odio devono essere chiusi così come anche le loro sedi. Dobbiamo stare molto attenti». Già.

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