Prostituzione, la Cancellieri: «Bisogna affrontare il tema in modo laico»
«Sulla prostituzione abbiamo armi spuntate». Per il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, intervenuta ieri al convegno dell’Anci sulla sicurezza urbana, il tema va «affrontato in modo più laico», anche perché la prostituzione è «un volano per il malaffare perché passa da qui, ad esempio, anche lo spaccio di droga. La politica deve fare una discussione seria perché gli strumenti che abbiamo non sono adeguati». Ma c’è di più. La Cancellieri ha osservato anche i limiti in cui si muovono le forze di polizia: «La seconda volta che un agente ferma una prostituta l’avvocato interviene subito chiedendo le ragioni del fermo; ecco perché serve qualche norma più incisiva». Ciclicamente si torna a parlare di prostituzione e puntualmente si apre il dibattito sulle misure da mettere in campo per arginare un fenomeno che perlopiù oggi è gestito dalla malavita. È passato più di mezzo secolo da quando la legge Merlin ha decretato la chiusura delle “case d’appuntamento”, e oggi la prostituzione è diventata un’industria tra le più fiorenti che genera comportamenti criminali e criminogeni. In Italia, secondo dati ufficiali, si parla di almeno 70mila prostitute per nove milioni di clienti. Ma quelli ufficiosi parlano di almeno il doppio.
Dalla Merlin ne è passata di acqua sotto i ponti. L’excursus normativo ha visto negli anni la depenalizzazione dell’adescamento per concentrarsi sul reato di sfruttamento. Ma se c’è l’emergenza della prostituzione su strada che riguarda soprattutto minorenni vittime della tratta, ci sono anche donne che scelgono di farlo autonomamente, che si sono attrezzate, hanno il proprio sito su internet e sono manager di se stesse. E queste ultime sollecitate sarebbero disponibili a pagare anche le tasse. Il problema è ampio ed è difficile da gestire. In Parlamento esistono decine di proposte, da quelle che prevedono misure dure per i clienti e per le lucciole, all’istituzione delle case chiuse o delle “zone d’amore”, come esistono in Olanda. I quartieri a luci rosse, per molti, controllerebbero il fenomeno dal punto di vista sanitario e “libererebbero” le donne soggette a sfruttamento. Ma provvedimenti definitivi non sono stati mai attuati e le risposte che sono arrivate sono sempre state poco efficaci. Forse perché in Italia si preferisce seguire lo schema e la logica del “vizio privato e pubblica virtù”. Il sindaco Gianni Alemanno ha puntualizzato che da anni chiede «che il Parlamento approvi una legge per contrastare il fenomeno della prostituzione. Solo le ordinanze dei sindaci sono insufficienti e anche a Roma, nonostante i buoni risultati raggiunti, si fa fatica a sradicare definitivamente il fenomeno. La prostituzione in strada è un fenomeno di grande inciviltà e un grave danno per la dignità delle persone. Per questo mi auguro che il governo e il Parlamento, attraverso la sollecitazione del ministro Cancellieri, riescano ad approvare rapidamente una norma di legge che introduca reati penali contro la prostituzione in strada».
Alessandra Mussolini ha puntualizzato che «tutto quello che afferma la Cancellieri mi sta bene, ma manca concretamente una proposta. Gli enti locali hanno gestito la situazione in maniera anarchica e con enorme sperpero di denaro pubblico. Le telecamere e le multe sono assolutamente inutili. Tutti i sindaci non hanno saputo affrontare il problema in modo organico, anche perché la lotta alla prostituzione non può essere delegata ai sindaci perché è un problema nazionale. Le prostitute si spostano e poi ritornano nei luoghi di maggior transito quando l’attenzione delle forze dell’ordine su quelle zone è calata. E, poi, non dimentichiamoci il ruolo fondamentale della criminalità organizzata. La Cancellieri avrebbe dovuto dire “vogliamo affrontare seriamente il discorso o vogliamo continuare a giocare?”». Per la Mussolini bisognerebbe bypassare anche le proposte di legge che ci sono in Parlamento e affrontare il tema con provvedimenti governativi che «innanzitutto stabiliscano che la prostituzione su strada è reato. Poi, creare zone “esclusive” per le prostitute dove ci siano controlli sanitari e piena sicurezza per loro e i loro clienti. Insomma, regolamentare il sistema. E poi – ha sottolineato – basta annunci sui giornali. Nei fatti in Italia la prostituzione è stata liberalizzata. Ci sono persino le case dove lavorano. Il problema è serio, bisogna capire se c’è la volontà di combatterlo. Consiglieri alla Cancellieri di cominciare la sua campagna antiprostituzione controllando tutti gli annunci pubblicati sui giornali».
Per Antonio Mazzocchi, presidente dei Cristiano Riformisti, «la Cancellieri ha ragione, la prostituzione è organizzata dalla malavita non solo extracomunitaria, ma anche italiana, ed è giusto che la polizia abbia più poteri e possa agire senza vincoli nei confronti di chi frequenta le prostitute, sia nei confronti di chi organizza la rete, non solo su strada ma anche nelle case». Mazzocchi si è mostrato assolutamente contrario a «far pagare le tasse alle prostitute e lo dico da laico e non da cattolico. In questa maniera si offende la donna in quanto tale e poi sono la premessa per autorizzare le case chiuse».
Col pragmatismo che lo contraddistingue e con la sua lunga esperienza nelle forze dell’ordine Filippo Ascierto ha osservato che «è assolutamente inutile perdersi in chiacchiere. Le ipotesi sono due, no cinquanta. O la prostituzione diventa un reato in tutte le sue manifestazioni e dovunque venga esercitata, oppure bisogna gestire questo fenomeno, anche perché i suoi proventi vanno a finire nelle casse della malavita. Su questo tema c’è un’enorme ipocrisia. La Cancellieri ha ragione: è inutile sovraccaricare i sindaci che poi si trovano ad agire con le armi spuntate e si limitano a fare contravvenzioni ai clienti o ad allontanare le prostitute invece di combattere il crimine. Se vogliamo contrastare il fenomeno si deve evitare quella vergogna che vediamo per le strade. Va bene qualsiasi decisione purché si prenda.Tenuto conto che lo sfruttamento della prostituzione è reato e tale deve rimanere. E tenuto conto che la libertà individuale non può essere gestita da altri». Favorevole alla Cancellieri anche Barbara Saltamartini: «Ha fatto bene il ministro Cancellieri a rimarcare la complessità del fenomeno della prostituzione richiedendo nuove norme per affrontare il problema in maniera più efficace. La prostituzione è un fenomeno complesso da affrontare globalmente con una strategia integrata».