Larghe intese? Sulle riforme, non sui partiti
Le agenzie stampa sono un indispensabile strumento di chi fa informazione, ma non bisogna essere pigri e leggere solo i titoli. Siamo così sicuri che Berlusconi pensi che nel 2013 sia auspicabile un governo con ministri di Pdl, Pd e Udc? Sappiamo che la politica è il regno del possibile. C’è chi dice che è il punto di incontro tra “l’assoluto del pensiero e il reale possibile”. Una Grossekoalizion per portare a termine le riforme strutturali che al governo di centrodestra non è stato concesso realizzare e non si sa se i tecnici avranno il tempo e la forza di imporre, fa parte dell’assoluto del pensiero. Nel “reale possibile” è difficilmente concepibile. Può esistere un governo di “salvezza nazionale” formato da esponenti validi indipendentemente dal partito di provenienza? Magari. Ma che accada sul serio è improbabile. Casini ha subito risposto con fantasiose “condizioni”, assolutamente in-politiche e che non hanno nulla a che vedere con “le cose da fare”. Se c’è Berlusconi non se ne parla, dice . E comunque deve ammettere pubblicamente che la crisi è colpa sua e che ha sbagliato tutto. Difficile definerle condizioni “politiche”. Il Fli comunque ha già fatto sapere che su un’ipotesi tripolista non ci starebbe e Bersani nemmeno. Due elementi di riflessione nelle dichiarazioni di Berlusconi ci sono: ha riaffermato la centralità del ruolo dei partiti in qualunque scenario futuro e detto che si tratta non sugli uomini ma sui programmi. “Tecnicismi”?