La Camera come il Bounty: governo ko (tra Drogba e buste di mais)
Più che dei rifiuti napoletani ieri mattina ai deputati leghisti interessava parlare del Chelsea e di Drogba, il bomber londinese che ha condannato il Napoli all’eliminazione dalla Champions League. Un ottimo pretesto per dare addosso ai napoletani sull’emergenza-rifiuti, di cui ieri in aula si discuteva un delicato aspetto: la possibilità di trasferirli in altre Regioni senza l’assenso delle stesse, come poi sancito. Ragioni anche legittime, quelle dei leghisti, contro il sindaco di Napoli che non vuole il termovalorizzatore, ragioni che si sono però trasformate in un inaccettabile show contro la città partenopea, “colpevole” perfino di essere stata eliminata il giorno prima dalla competizione europea.
Il leghista granapadano
Il genio della grattugia, Gianluca Buonanno, il deputato leghista passato alla storia del pensiero politico mondiale per aver teorizzato l’esistenza della Padania “in quanto esiste il Grana Padano”, è intervenuto così sul decreto Ambiente: «Allora, capisco che oggi i napoletani siano tristi – ha detto Buonanno a Montecitorio – perché ieri sono usciti dalla Champions league e, quindi, sono anche un po’ più arrabbiati per quanto riguarda il tema della raccolta dei rifiuti visto che non hanno più modo di divertirsi dato che non sono capaci di stare in Europa neanche nel calcio». Tutto ciò nel giorno, in cui, tra l’altro, i pasticci del governo si sono sommati a situazioni paradossali che hanno finito per trasformare la discussione su un tranquillo decreto, in una piccola Caporetto dell’esecutivo.
I rovesci del governo
Ieri la Camera ha approvato il decreto in materia ambientale, contenente misure anche per la questione rifiuti, con 382 voti favorevoli, 74 contrari e 17 astenuti. Il testo al quale sono state apportate modifiche torna adesso al Senato. Ma non è stata una giornata facile, leghisti e Chelsea a parte. Anche ieri s’è formata una maggioranza trasversale che ha mandato sotto il governo su un ordine del giorno presentato dal leghista Claudio D’Amico sui sacchetti di plastica biodegradabili. In base al testo approvato il governo è impegnato ad adottare urgentemente iniziative normative per consentire la commercializzazione, oltre ai sacchetti monouso conformi alla normativa Ue, anche quelli «realizzati con qualunque altro materiale purché biodegradabili», come il mais. Contro l’odg, conformemente al parere del governo che è risultato battuto, ha votato solo il Pd. Coinvolto nel rovescio del governo: «L’odg sui bioshopper personalmente crea qualche imbarazzo perché cerca di stabilire criteri di biodegradabilità diversi da quelli Ue», ha commentato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Per il ministro verrà comunque «attuato rigorosamente ma in base a specifiche tecniche dei processi Ue affinchè un sacchetto sia considerato biodegradabile e compostabile».
Arriva un secondo scivolone
Il governo è di nuovo andato sotto alla Camera dopo poco, ma stavolta in un modo davvero paradossale. Su un ordine del giorno al decreto ambientale presentato da Francesco Barbato (Idv) l’esecutivo aveva dato parere favorevole. Il testo respinto impegnava il governo «a valutare la possibilità di anticipare il termine entro il quale le province campane debbano svolgere le funzioni in materia di accertamento, riscossione e gestione della Tarsu, e della Tia, al fine di consentire ai comuni di svolgere tutte le funzioni connesse al ciclo integrato dei rifiuti». L’esecutivo veniva inoltre impegnato a definire «la fase di transizione e le procedure di passaggio delle competenze tra le province e i comuni campani, in previsione della prossima entrata in vigore del nuovo tributo comunale sui rifiuti previsto dal decreto legge salva-Italia». Tutto bene, ma quando Barbato ha preso la parola per illustrarlo, scagliandosi in maniera scomposta contro il sistema di potere di “bassoliniani e cosentianini” e assolvendo in toto il sindaco De Magistris, fino a un altro delirio calcistico, anche qui sulla sconfitta del Napoli col Chelsea, l’aula ha deciso di votare contro. E il governo ha rimediato l’ennesima figuraccia.