Il Pdl sostiene Monti. Ma Monti sostiene il Pdl?
I corsi e ricorsi storici sono una bella fregatura. Nel ’45 prevalse il tentativo di autoconvincersi che, al contrario di qualsiasi evidenza, la guerra l’avessimo vinta. Quindi il grande imbarazzo nei confronti dei 300mila esuli giuliano-dalmati, che con la loro sola esistenza dimostravano il contrario. Un po’ difficile sostenere che l’Italia facesse parte dei vincitori, avendo subito un genocidio nelle proprie province nord-orientali e l’esproprio, oltre che dei territori d’oltremare, di regioni che erano popolate da italiani sin dal tempo dall’Impero romano. Difficilissimo poi convincere i veri vincitori che dovessero trattarci come loro pari anziché come un popolo sottomesso e conquistato. Lo stesso problema si pone oggi con Pd e Udc, oltre che con gli esponenti del Governo. Alfano fino a ieri è andato avanti nella convinzione che l’esecutivo Monti fosse una specie di “governo di tutti e di nessuno”, che si reggeva su una maggioranza ampia dove il Pdl aveva la stessa dignità di altre forze politiche le quali però – non potendo oggi occuparsi del governo nazionale che è commissariato – hanno pensato di potersi spartire le spoglie del sotto-governo (Rai inclusa) cannibalizzando il centrodestra, che ritengono non già partner ma nemico umiliato e sconfitto. Non funziona il dichiararsi maggioranza se gli altri che ne fanno parte pensano di dover approfittare del momento per tagliarti la gola e rubarti le scarpe. Non basta l’ottimismo della volontà, serve anche un sano pessimismo della ragione. Sennò ci si fa male.