Bottino record sottratto agli evasori
Per gli evasori fiscali incalliti, i marpioni di professione, è suonata la campanella dell’ultimo giro. Almeno così sembra leggendo i dati dell’ultimo rapporto dell’Agenzia delle Entrate, che snocciola cifre rassicuranti nella lotta all’evasione: sono stati recuperati quasi tredici milioni di euro nell’ultimo anno. Lunga vita al governo Monti, allora. Lunga vita ai tecnici che trasformano in oro quello che toccano, che riescono laddove i politici e la casta hanno fallito.
Peccato che le cifre del “tesoretto” – reso noto ieri da Attilio Befera, direttore dell’Agenzia tributaria – si riferiscano al 2011, quando cioè l’Italia (per dieci mesi su dodici) era guidata da quella macchietta di premier di Silvio Berlusconi. È stato proprio il ricco Cavaliere, accusato dall’opposizione e dalla grande stampa (Repubblica, tanto per non fare nomi) di aver incoraggiato l’evasione, ad aver ottenuto i risultati migliori nella crociata contro i frodatori del fisco. Tartassato dai media per aver detto che «lo Stato non può chiedere di più di un terzo di quanto uno guadagna, altrimenti è sopraffazione» (tradotto frettolosamente in «è giusto evadere le tasse esagerate»), è stato il predecessore di Monti a dichiarare guerra all’esercito di evasori e frodatori fiscali.
Non che il copyright di una capillare operazione resa possibile grazie alla sinergia tra Guardia di Finanza, amministrazioni e Agenzia delle Entrate, sia più importante del risultato raggiunto, ma non guasta ricordare che la notizia dell’eccezionale risultato, esibita dal Corriereon line come una medaglia, non può essere ascritta alla doti salvifiche del Professore che siede a Palazzo Chigi. «Siamo in campo con 697 mila accertamenti e una maggiore imposta accertata di 30,4 miliardi», ha detto ieri il direttore centrale accertamento, Luigi Magistro, spiegando che «il risultato è il frutto della strategia da tempo messa in campo dall’Agenzia, che si basa su controlli sempre più mirati grazie ad analisi del rischio di evasione molto approfondite». Con malcelato orgoglio dall’Agenzia fanno sapere che gli accertamenti in stile Cortina (ricordate i blitz contro i ricconi champagne e caviale?) continueranno. «Rientrano nella nostra attività ordinaria e proseguiranno, si tratta di operazioni che vengono messe in campo dopo una selezione accurata. Non controlliamo chi passa per caso». Un chiarimento necessario, tanto più in queste ore contrassegnate da gesti estremi di piccoli evasori per necessità che, tartassati dal fisco e annegati nei debiti, decidono di togliersi la vita. Nel dettaglio, dal tesoretto di 12,7 miliardi recuperati, i versamenti diretti ammontano a 8,2 miliardi (erano 6,6 nel 2010) mentre il riscosso da ruoli a 4,5 miliardi. Le somme incassate sono dunque aumentate del 24,2% rispetto all’anno precedente: l’incremento che ha interessato trasversalmente tutte le tipologie di contribuenti, dai big alle imprese di piccole dimensioni, ai lavoratori autonomi. E adesso? «Contiamo nel 2012 di avere ulteriori risultati positivi», promette Befera, «ma contiamo anche su una migliore “tax compliance” e, quindi, su un miglioramento in sede di dichiarazione dei redditi.». Sono i piccoli evasori, però, quelli più travolti dalla pressione fiscale ei più disperati. «Siamo estremamente dispiaciuti per quanto è accaduto a Bologna – ha detto Befera – chiediamo ai nostri dipendenti sempre il massimo rispetto nei confronti dei cittadini».