Nonno Mario e la bambina prodigio

1 Feb 2012 20:44 - di

Duemila mail in due mesi non sono un granché. Eppure i tecnici brindano: la gente ama Mario Monti, gli scrive, gli manda i bacetti, magari pure qualche cuoricino, raccontano a Palazzo Chigi. Un’ipnosi di gruppo. Nel sito del governo non si trova un messaggio polemico manco a pagarlo a peso d’oro, è una maggioranza bulgara, una passione incandescente di cui viene offerto volentieri un antipasto. Super Mario è chiamato “Lui”, con la “elle” rigorosamente maiuscola. Il primo a firmare è un impiegato, coniugato “figlio di un portiere di palazzo popolare” (tanto per far capire che il premier è amato in qualsiasi ceto, non solo dai banchieri):  «Oggi ho visto il Professore alla trasmissione condotta dalla giornalista Lucia Annunziata su Rai3. Voglio, con questa mia, solo testimoniare che se c’è una cosa che noi “cittadini normali” abbiamo capito di questo strapazzato governo tecnico è che di Lui, con tutte le incertezze del caso e un po’ come nella vita, ci si può, una volta tanto, fidare!». Ullallà, una dichiarazione d’amore sul sito del governo, in altri tempi sarebbe scoppiato uno scandalo. Ma ora è tutto diverso, ora c’è Lui. Il massimo, però, si raggiunge con una mail firmata da “una coordinatrice pedagogica di una cooperativa sociale”: «Lisa, una bambina di due anni e mezzo, alla domanda “che cosa hai visto in tv?”, risponde: “Ho visto nonno Mario, quello che dice le cose giuste per il futuro”». Ma ve l’immaginate una bambina di due anni che preferisce nonno Mario a nonno Libero? Surreale, a quell’età è tecnicamente impossibile interessarsi al tiggì, avere una visione del futuro, giudicare se una cosa sia giusta o meno. Darlo a intendere è roba da Corea del Nord. Per tornare coi piedi per terra, il premier dovrebbe fare un giro su Facebook: tra commenti, vignette e foto taroccate, si accorgerebbe che non tutti la pensano cone il figlio (anonimo) del portiere del palazzo popolare. E che le bambine di due anni, in tv, preferiscono Hello Kitty e i cartoni animati a nonno Mario. In un Paese normale.

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