“Le Monde” su Monti: è bravo, indossa il loden…
Ma quant’è bello il loden di Monti. Caldo e morbido, resistente e duraturo quasi come chi lo indossa. Ed è proprio il loden che traccia la differenza tra il premier attuale e il Cavaliere. Lo sostiene il Magazine di “Le Monde” che così si accoda alla linea dei suoi fratelli-gemelli, “Repubblica” ed “El Pais”, in una redazione unica che oltrepassa i confini nostrani. Per accontentare i suoi lettori della borghesia parigina salottiera e i suoi amici della sinistra nostrana, il quotidiano francese confeziona una copertina con una torre di Pisa che si destruttura e il titolo “Il dopo-Berlusconi, l’Italia sta tornando normale?”. «Tutto Monti – si legge nel lungo (e paradossale) articolo del corrispondente da Roma del quotidiano – è in quel misto di rigore, tradizione e umorismo. E dopo cento giorni al potere è riuscito a imporre il suo stile all’Italia imbottita e stomacata dalla dismisura del suo predecessore». Secondo il giornalista, «questo cambiamento ha il suo simbolo: un cappotto di lana impermeabile nato in Tirolo e nella provincia di Bolzano». Poi, incredibile dictu: «Il loden di Monti resterà forse nella storia come il berretto frigio dei “sanculotti” del 1789». L’ossessione antiberlusconiana è il regalo riciclato alla sinistra. Il mutuo soccorso continua: «Le starlette e il cashmere – prosegue l’analisi di “Le Monde Magazine” – hanno ceduto il posto ai professori e al loden. Piano di rigore, caccia all’evasione fiscale… la conversione “express” dell’Italia, orchestrata dal nuovo presidente del Consiglio, è impressionante. Ma si può cambiare veramente così rapidamente il vizio per la virtù?». Appunto, di questo cambiamento «impressionante» dal vizio alla virtù se ne sono accorti a Parigi ma non dalle nostre parti. Dove invece si avvertono altri cambiamenti: l’aumento del prezzo della benzina, il ritorno dell’Ici, le bollette alle stelle, la pensione che diventa un miraggio. E qualcuno comincia a invocare l’abolizione dell’articolo 18. Ma per “licenziare” i tecnici al governo. Questo però “Le Monde” non lo dice.